Rogo all’azienda Cattabriga di Settepolesini. Oltre mezzo milione di danni
Bruciati 20mila quintali di paglia, 5 depositi e una trebbia. Il titolare: «Ho salvato solo un trattore». Nel 2022 capanni distrutti dal vento
Settepolesini Ventimila quintali di paglia bruciati, cinque capannoni e una trebbiatrice distrutti dalle fiamme. È pesante la stima dei danni dell’incendio divampato lunedì sera nell’azienda agricola Cattabriga in via Canal Bianco a Settepolesini. Ad andare in fumo è stato almeno mezzo milione di euro, calcola sconsolato il titolare Federico Cattabriga, che dal 2015 - anno in cui è venuto a mancare il papà Marco - ha preso le redini dell’azienda specializzata soprattutto in foraggi e paglia: tre dipendenti e uno stagionale, 33 ettari di terreno di proprietà e 280 a conduzione.
Lunedì sera attorno alle 20.30 aveva terminato il lavoro da una decina di minuti ed era appena tornato a casa quando un agricoltore che stava manovrando un trattore in un campo confinante si è accorto da lontano delle fiamme e ha dato l’allarme. «Sono accorso subito, ma stava già bruciando tutto – racconta Cattabriga– ho fatto giusto in tempo a mettere al sicuro un trattore, portandolo fuori dal capannone, ma non la trebbiatrice: si è salvata soltanto l’asta. È una macchina del 2002 che avevo comprato nel 2017, e adesso è andata perduta, mentre gli altri trattori perlomeno si trovavano al di fuori degli hangar – spiega indicando lo spiazzo retrostante i magazzini incendiati – Negli altri quattro capannoni c’erano 20mila quintali di paglia, raccolti e stoccati a luglio per essere venduti in inverno a 12-13 euro il quintale: sono dai 250 ai 260mila euro di ricavi svaniti. E poi altri 180mila euro per i capannoni, a cui aggiungere diverse decine di migliaia di euro per gli attrezzi e i macchinari. Uno sfacelo».
Un colpo ancora più duro considerato che durante il violento fortunale che nel 2022 si era abbattuto sul territorio di Bondeno, i capannoni erano stati spazzati via da una tromba d’aria, ed erano stati ricomprati giusto tre anni fa. «L’assicurazione ha risarcito il danno – rimarca Cattabriga – ma delle risorse stanziate attraverso i bandi ancora non ho visto nulla».
Sul posto lunedì sera sono accorsi con cinque mezzi i vigili del fuoco da Ferrara e i vigili volontari di Bondeno che hanno lavorato tutta la notte per circoscrivere l’incendio, scoppiato in un’area circondata da campi di grano. Ieri mattina la situazione era tornata sotto controllo, con un presidio formato da due mezzi e cinque operatori a monitorare il contesto per scongiurare ogni rischio e mantenere la sicurezza. Dei capannoni è rimasta solo l’ossatura, le balle di paglia ridotte a un ammasso fumante color carbone, in mezzo al quale lampeggia a tratti il rosso acceso delle fiamme. Nell’ultimo magazzino giace inerte la trebbiatrice, e sembra sconsolata pure lei.
Oltre a domare le fiamme, i vigili del fuoco dovranno capire le cause dell’incendio, divampato nel corso di una serata tutto sommato abbastanza fresca per le medie estive, e che ha divorato quintali di paglia stoccate all’interno dei depositi. Nessuna ipotesi al momento è esclusa, ma tra le persone più vicine all’azienda a farsi largo è la strada dell’atto intenzionale. «Non saprei, certo siamo stati sempre una realtà ben avviata e che lavora bene», si limita a dire Federico Cattabriga.
Un conoscente invece, uno del gruppetto di circa dieci persone - tra dipendenti e amici - a precipitarsi sul posto non appena si era diffuso l’allarme – non usa mezzi termini: «Al mondo c’è proprio gente cattiva e invidiosa, ecco la verità. Se penso che sia doloso? Ma certo, sono le circostanze a dirlo». Anche ieri mattina vicini e conoscenti sono tornati sul luogo per vedere la situazione e dire una parola di conforto al titolare: «Mi dispiace tantissimo per Federico, proprio non se lo merita – interviene un amico –; è una persona splendida, sempre disponibile a darti una mano, gentile con tutti. Se qualcuno ha voluto provocargli apposta questo enorme danno, vuol dire che la malvagità delle persone ha davvero superato ogni limite».
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