Avvocati aggrediti a Ferrara, l’assalitore dopo l’arresto finisce in un Cpr
Fermato dai carabinieri, dal giudice nulla osta all’espulsione
Ferrara È finito nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Torino, in attesa di essere espulso dall’Italia, il 36enne nigeriano accusato di aver aggredito violentemente l’avvocato Gianluca Bonazza e sua moglie lunedì sera e che mercoledì pomeriggio è stato arrestato dai carabinieri dopo aver opposto resistenza con morsi e calci durante un controllo, al punto da costringere i militari a usare il taser per contenere la sua violenza e bloccarlo.
L’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe Cusato, è stato portato oggi pomeriggio (4 settembre) in tribunale, dove la giudice Rosalba Cornacchia ha convalidato l’arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, dato il nulla osta all’espulsione ma respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dalla sostituta procuratrice Barbara Cavallo, applicando invece un più blando divieto di dimora a Ferrara.
Appena finita l’udienza, la sezione Anticrimine della Polizia di Stato gli ha anche notificato un foglio di via obbligatorio da Ferrara per la durata di quattro anni emesso dal questore come ulteriore deterrente. Ma tutto è stato di fatto superato con l’avvio delle procedure per l’espulsione da parte dell’ufficio Immigrazione della questura che hanno trovato compimento verso le 20, con il nulla osta da parte dei medici al trattenimento in un Cpr in attesa dell’accompagnamento alla frontiera.
Nei confronti del 36enne, oltre che per la resistenza e le lesioni ai carabinieri, la Procura ha mosso l’accusa anche per il reato di stalking e lesioni nei confronti della coppia di avvocati. Accuse che verranno tutte discusse nella direttissima fissata per il 25 novembre.
Ieri l’imputato ha parlato e ha raccontato di avere dei familiari a Milano e si è difeso sostenendo di non avere avuto particolari questioni o risentimenti nei confronti di Bonazza e di sua moglie ma di aver reagito dopo essere stato colpito con un bastone. Ha negato di aver tirato i capelli della donna. Ha spiegato poi di gravitare in zona Carlo Mayr perché zona di movida (anche se non vi sono accuse specifiche sul punto da parte della Procura, l’avvocato Bonazza lo aveva identificato come un pusher attivo nella zona), vicina peraltro a dove aveva trovato ospitalità. Di reazione ha parlato anche in merito alla resistenza opposta ai carabinieri. Sulla vicenda è intervenuto ieri anche il sottosegretario all’Intero Nicola Molteni (Lega) con un post su Facebook nel quale commenta l’uso del taser da parte dei carabinieri: «A Ferrara una coppia aggredita da un pusher. Fermato con il taser e arrestato. La sinistra vuole cancellare il taser, noi come Lega ne rivendichiamo l’introduzione e lavoriamo per raddoppiare i dispositivi in uso a poliziotti e carabinieri».
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