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Udropper, il social ferrarese è online: «Felice che la community parta da qui»

Samuele Govoni
Udropper, il social ferrarese è online: «Felice che la community parta da qui»

Ferrari tra traguardi e obiettivi: «Questo è un primo passo, le idee in cantiere sono tante»

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Ferrara È online Udropper, la nuova piattaforma ideata dal ferrarese Francesco Ferrari che punta a rivoluzionare il mondo dei social network. L’idea nata tempo fa e poi perseguita incessantemente da un paio d’anni a questa parte, è diventata finalmente realtà. A maggio 2024 Ferrari aveva raccontato alla Nuova Ferrara il suo progetto e contemporaneamente aveva lanciato una campagna di crowdfunding (oltre 50mila euro i fondi raccolti) per poter creare e sviluppare la piattaforma. Dopo mesi di ricerche, lavoro e sperimentazioni, Udropper è oggi un social attivo e fruibile.
Francesco, partiamo dalle basi: come si può accedere al social?
«Si può accedere a Udropper tramite l’applicazione che è scaricabile sia da iOS che Android. Ricordo una cosa importante: è completamente gratuita per tutti gli utenti».
Attualmente è disponibile solo su Ferrara e Milano, cosa significa e perché questo limite geografico?
«Ho deciso di aprire inizialmente solo a Ferrara, la mia città, e a Milano, che rappresenta una grande prima prova. La scelta di partire da queste due aree circoscritte nasce dall’esigenza di validare il cuore del progetto: il sistema pubblicitario, che permetterà a ogni utente di iniziare a monetizzare i propri contenuti. Una volta dimostrata l’efficacia di questo modello, l’obiettivo sarà espandersi in tutta Italia e successivamente a livello internazionale».
Questo primo passo, enorme, arriva dopo anni di lavoro. La raccolta fondi era andata bene, come sono stati i mesi successivi?
«Con la raccolta crowdfunding abbiamo raggiunto l’obiettivo minimo per costruire le basi del progetto. Dopo mesi intensi e complessi, siamo pronti a lanciare la versione beta dell’app: non ancora completa, ma sufficiente per creare la prima community. Ora la raccolta fondi (attiva su indiegogo.com, ndr) è ancora più importante per crescere, sviluppare nuove funzionalità e, grazie al nostro sistema pubblicitario unico, gratificare gli utenti e sostenere l’app come merita».
Perché Udropper è diverso dagli altri social?
«Le differenze rispetto ai social attuali sono svariate, ma te ne cito tre. Primo: un news feed totalmente diverso, dove ogni utente vede solo ciò che desidera grazie a filtri dedicati. Secondo: la possibilità, per ogni iscritto, di monetizzare i propri contenuti in modo unico e razionale. Terzo: la garanzia che ogni interazione rimanga privata. Ad esempio, un commento sarà visibile solo all’autore del contenuto, favorendo così relazioni più concrete e autentiche».
Qual è stata la sfida maggiore fino a qui e cosa la aspetta adesso?
«Le sfide sono state tante e non è facile dire quale sia stata la più grande. Probabilmente la più complessa è stata comunicare un progetto così diverso da ciò che conosciamo e dai social che utilizziamo oggi. Ora la priorità è crescere in modo organico, costruire una community solida e avviare un percorso in cui sponsor e utenti possano convivere in una nuova epoca sociale. Il fatto che tutto questo parta da Ferrara, la mia città, mi dà un’enorme soddisfazione e un forte senso di rivalsa: dimostrare che si può lanciare un social network anche da qui, e dall’Italia, è motivo di grande orgoglio».
Lavora da solo o ha un team di esperti al tuo fianco?
«Non sono solo, c’è un team di programmatori dietro che stanno seguendo questo progetto e che sono pronti a sviluppare e implementare nuove funzionalità all’interno di Udropper. Le idee sono incredibili e spaziano su diversi fronti. Non vediamo l’ora di svilupparle».
Si prende una pausa o adesso lavorerà a Udropper più di prima? Quali sono i prossimi passaggi?
«Ora inizia la vera avventura. Fino adesso è stato solo un gioco, perché bisogna mettersi a lavorare ancora più duramente, a focalizzarsi sugli obiettivi a breve termine e nel medio-lungo termine. Ma la cosa non mi preoccupa, anche perché per me questo non è un lavoro, è una passione viscerale, e quindi è solo un piacere parlare di tecnologia e far crescere questa creatura».
Un obiettivo a breve termine?
«Il primo, apparentemente semplice ma fondamentale, sarà raggiungere i primi mille utenti. Non so cosa aspettarmi, perché questo è un progetto completamente diverso da quelli attuali e tutto può succedere. Mi auguro di affrontare al meglio le sfide e di ottenere una crescita costante e organica».
E sul lungo periodo?
«Sul lungo periodo, l’obiettivo sarà dimostrare che il modello funziona a Milano: da lì potremo usarlo come prova concreta per espanderci in tutta Italia, attrarre fondi e investitori strategici e scalare il progetto prima a livello nazionale e poi internazionale».

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