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Kleb Basket Ferrara, la Procura presenta il conto: chiesto il giudizio per gli ex vertici societari

Daniele Oppo
Kleb Basket Ferrara, la Procura presenta il conto: chiesto il giudizio per gli ex vertici societari

Accuse di bancarotta per Fabio Bulgarelli, Francesco D’Auria e Marco Miozzi. La società in liquidazione giudiziale dal 2023 con un buco da oltre 2,6 milioni di euro

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Ferrara La posizione della Procura di Ferrara non è cambiata. Dopo la chiusura delle indagini preliminari è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte della sostituta procuratrice Isabella Cavallari per gli ex vertici del Kleb Basket Ferrara, la principale società cestistica estense, nata nel 2017 dalle ceneri della Pallacanestro Ferrara 2011 e scioltasi nel 2023, a campionato di Serie A2 in corso.
Tre una decina di giorni, la mattina del 16 settembre, i tre ex presidenti, tra i quali il fondatore, sono chiamati a comparire davanti al giudice dell’udienza preliminare per il primo vaglio giudiziale delle accuse mosse a loro carico. Gli imputati sono dunque l’imprenditore ferrarese Fabio Bulgarelli (difeso dall’avvocato Alberto Bova), il suo successore Francesco D’Auria (e il fratello Antonio, che ha una posizione minore, entrambi difeso dall’avvocato Matteo Murgo) e, infine Marco Miozzi (avvocato Simone Zambelli), al vertice della società dopo la “cacciata” di D’Auria e rimasto fino alla dichiarazione di liquidazione giudiziale del Kleb Basket, dichiarata dal Tribunale di Ferrara il 2 maggio del 2023. Secondo l’ipotesi formulata dalla Procura estense in base all’indagine condotta dalla Guardia di finanza, le tre gestioni avrebbero generato un buco di circa 2,6 milioni di euro con azioni che volontariamente hanno distratto capitali alla società e ai creditori (ma non tutti, con delle “preferenze”), comportando così varie tipologie di bancarotta.
L’origine del crac societario è individuata già nella gestione Bulgarelli, accusato di una presunta bancarotta fraudolenta per aver provocato, in qualità di amministratore unico, il dissesto della società con condotte risalenti ancora alla Pallacenstro Ferrara 2011: tra 2014 e 2017 avrebbe omesso sistematicamente di versare le imposte accumulando un debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate fino a creare a 777.608 euro. Tale debito si è trascinato anche con il nuovo corso targato D’Auria, iniziato a metà del 2018, che aveva rilevato la società assumendo le cariche prima di amministratore delegato e poi di presidente della Consiglio di amministrazione (dal 15 giugno 2018 al 23 settembre del 2022). Anche lui è indagato per aver provocato il dissesto del Kleb omettendo di versare le imposte, in continuità con la gestione Bulgarelli, accumulando un debito di oltre 2,6 milioni di euro. D’Auria è accusato è accusato anche di aver “privilegiato” quattro istituti di credito (Cassa Padana, Inesa San Paolo, Bpm e Mps) per ripianare mutui e piani di rientro per un importo di 306.518 euro, favorendo le stesse banche ma violando la par condicio creditorum, in un momento in cui la società era già in fase terminale.
Insieme al fratello, è poi indagato per aver distratto anche un’automobile Toyota Yaris, e per il reato di bancarotta semplice, perché la società, nel corso della sua gestione, non avrebbe correttamente tenuto il libro degli inventari. Stessa contestazione di bancarotta semplice per la mancata compilazione del libro degli inventari, viene mossa anche a Miozzi, ultimo ad assumere la guida del Kleb Basket Ferrara, società che dai sogni di rinascita del movimento cestistico estense è finita nell’inferno delle carte bollate e dei procedimenti giudiziari. 

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