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Ferrara, da rifiuti a strumenti musicali: quando l’arte del riciclo suona

Margherita Goberti
Ferrara, da rifiuti a strumenti musicali: quando l’arte del riciclo suona

Paolo Pasini: «Da dipendente Hera disponevo di tanto materiale di scarto»

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Ferrara Un barattolo di latta vuoto, a cui è stato applicato un manico con quattro corde diventando così una chitarra, una serie di tubi di plastica di varie misure con i fori al punto giusto per trasformarsi in flauti dolci, una tazzina con acqua ed una cannuccia per creare sonorità particolari che ricordano il canto degli uccellini, una scatola di legno con alcuni ferri che vibrano per la Kalimba africana, un tamburo, sono solo alcuni degli strumenti che Paolo Pasini ha realizzato con semplice materiale di recupero.
Ex dipendente di Hera, oggi in pensione di fronte a tutto quel materiale che veniva buttato, ha pensato di utilizzare qualcosa per costruire alcuni semplici ma efficaci strumenti musicali, che suonano veramente e che tutti, sotto la sua guida, possono realizzare.
E chi se non i bambini potevano essere i destinatari di laboratori dove, oltre ad imparare a non sciupare le cose e a rispettare l’ambiente, si acquisisce una importante manualità. Paolo Pasini ha pensato proprio a questo avviando i primi mini corsi di applicazione tecnica e musicale cominciando dalle scuole elementari e poi intervenendo durante le più importanti manifestazioni dedicate ai più piccoli, coinvolgendo sempre sia grandi che bambini nella sua interessante ed originale attività.
«Come dipendente di Hera avevo a disposizione tanto materiale – ricorda – e due grandi passioni, la musica e la falegnameria. La prima mi aveva portato ad imparare a suonare la chitarra e in seguito il trombone e l’altra a realizzare insieme a mio fratello Giovanni addirittura due piccoli organi, con tutte le caratteristiche di quelli tradizionali storici, uno dei quali l’abbiamo in casa nostra e l’altro è stato dato in affitto alla basilica di Santa Maria in Vado che non può utilizzare il proprio in quanto è inagibile e bisognoso di un restauro molto importante e costoso».
Le sue opere, semplici ma funzionali sono state apprezzate anche dalla stessa Hera che lo ha gratificato pubblicando un libro con le immagini che testimoniano quello che è riuscito a costruire. «In verità i capolavori miei e di mio fratello Giovanni sono i due organi – racconta –. È stato infatti lui che si è formato fin da ragazzo presso la bottega del noto Mario Strozzi a propormi il progetto. Lui in sedici anni accanto all’organista ed accordatore di pianoforti più famoso di Ferrara e provincia, aveva acquisito una professionalità che successivamente gli ha consentito di lavorare in proprio continuando ad accordare pianoforti ma con nel cuore l’organo a canne. Così dedicando il nostro tempo libero a questo progetto in un anno circa abbiamo costruito i due organi a 45 canne, come sono i tasti seguendo lo stesso principio degli organi antichi, storici e tradizionali. I nostri sono fatti completamente a mano; io mi sono dedicato alla parte in legno scegliendo l’abete, il pino ed altri legni, lui la parte meccanica con un risultato perfetto ed un suono davvero melodioso».
Certo costruire organi non è come realizzare le chitarre con un barattolo ed un manico di legno o la serie di flauti dolci o di pan; richiede tempo, impegno e denaro ma la soddisfazione alla fine è grande e se Paolo e Giovanni pensassero di venderne uno, sarebbe molto difficile quantificare in euro il suo valore. Così mentre Paolo prosegue la sua attività di costruttore di strumenti semplici specie per coinvolgere i bambini e si diverte a suonare la chitarra o il trombone in diverse occasioni con gruppi amatoriali, Giovanni accorda pianoforti anche se dichiara che con l’avvento di quelli elettronici che non hanno bisogno di essere accordati, la sua rimane purtroppo un’attività di nicchia destinata a finire nel tempo.