È franato lo storico “lavoriero”, era simbolo di Comacchio e delle Valli
Farinelli (Pd): «Si tratta di un disastro annunciato. Pezzo della nostra identità»
Comacchio Franato, per metà, lo storico lavoriero in cemento e griglie metalliche di stazione Foce a Comacchio, strumento di pesca preziosissimo, impiegato, anche nei secoli scorsi nella cattura delle anguille. A denunciare l’episodio, che fa seguito di soli due mesi, al cedimento dell’antica falegnameria dell’ex Azienda Valli di Comacchio, è il Pd lagunare che, attraverso il suo segretario, Michele Farinelli, sottolinea come questa è «una vicenda che colpisce doppiamente, perché accade alla vigilia della 27ª edizione della Sagra dell’Anguilla, proprio mentre Comacchio dovrebbe mostrarsi al meglio davanti a turisti e visitatori, e perché mette a rischio un pezzo autentico della nostra identità, la pesca tradizionale».
«Il degrado non è piovuto dal cielo: ha avuto inizio – prosegue Farinelli – con l’abbandono del lavoriero di Bellocchio, quando nel 2024 si è scelto di abbandonare la pesca tradizionale per altre modalità. Oggi, l’ultimo baluardo della memoria culturale e storica comacchiese crolla nel silenzio assordante dei vertici comunali e dello stesso Parco».
Con la sua caratteristica forma di freccia ad anse comunicanti, il lavoriero, al secondo posto, dopo la regina delle valli, l’anguilla argentina, unitamente alla fiocina, è l’elemento identitario di Comacchio, delle sue tradizioni culturali ed economiche legate alla pesca. Ogni anno, in occasione della Sagra dell’anguilla, Stazione Foce è meta privilegiata di visite guidate, alla scoperta delle antiche tecniche di cattura dell’anguilla attraverso il lavoriero, dove ancora oggi, giunge il pesce dal lungo e, ancora in parte misterioso, tragitto dal mar dei Sargassi. «Non ci stiamo. Comacchio non può permettersi di perdere, per incuria e mancanza di responsabilità – prosegue il segretario del Pd comacchiese -, ciò che la rende unica nel mondo. Non possiamo accettare che mentre ci riempiamo la bocca di tradizione e valorizzazione del territorio, i nostri beni identitari cadano letteralmente a pezzi».
Nella sua presa di posizione, l’esponente politico lagunare, chiede che il Comune di Comacchio e l’Ente Parco forniscano chiarimenti pubblicamente, in ordine ai provvedimenti che intendono assumere, «per fermare questo declino». Farinelli, inoltre chiede l’apertura di un tavolo di confronto inter-istituzionale, che veda il coinvolgimento della Regione Emilia Romagna, degli enti locali e delle associazioni del territorio, «per mettere in sicurezza i lavorieri e rilanciare la pesca tradizionale». Il Pd, inoltre chiede la costruzione di «una strategia seria, duratura e condivisa per la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale di Comacchio. Le tradizioni o si curano, o si perdono. E quando si perdono, non tornano più». Dal Parco del Delta del Po arriva la conferma che «è assolutamente necessario ed urgente procedere» per il ripristino e la messa in sicurezza di un manufatto, che rappresenta un pezzo del passato, ma anche del presente della città di Comacchio. Nel frattempo, secondo quanto si apprende, per la messa in sicurezza della falegnameria dell’ex Azienda Valli, è già pronto un progetto, che dovrebbe partire la prossima settimana.
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