La Nuova Ferrara

Ferrara

La vicenda

Bottiglie d’olio sottratte ai detenuti, assolto l’assistente capo della Penitenziaria

Daniele Oppo
Bottiglie d’olio sottratte ai detenuti, assolto l’assistente capo della Penitenziaria

Un calvario giudiziario per l’uomo di Ferrara, che dopo otto anni tra indagini e processi ha ricevuto l’assoluzione anche dalla Corte d’appello di Bologna

2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Otto anni tra indagini e processi. Due assoluzioni dall’accusa di peculato per aver sottratto, così recitava l’imputazione, 24 bottigliette d’olio destinate ai detenuti. Dopo l’assoluzione arrivata a Ferrara, anche la Corte d’appello di Bologna ha mandato assolto un ex assistente capo della Polizia penitenziaria finito a processo con l’accusa di aver tenuto per sé 24 bottiglie di olio, dal valore complessivo di 60 euro, che erano state consegnate alla Casa circondariale di Ferrara per poi essere distribuite ai detenuti, nell’ambito del progetto “Brutti ma buoni” dell’associazione Viale K.

Il fatto si sarebbe verificato l’11 settembre del 2017. Otto anni esatti dopo, anche la Corte d’appello di Bologna gli ha dato ragione. Non aveva trattenuto proprio nulla, come era già emerso in primo grado, aveva lasciato le bottiglie lì dove erano state depositate e dove avrebbero dovuto essere prelevate per travasarne il contenuto in contenitori di plastica per la distribuzione successiva ai detenuti.

«La conferma della sentenza di assoluzione emessa dalla Corte di appello di Bologna – commenta l’avvocato Denis Lovison, difensore dell’assistente capo – ridona serenità al mio assistito e gli restituisce l’immagine e il decoro che gli erano stati tolti con l’accusa di peculato. Si trattava di un reato particolarmente odioso per il dipendente pubblico, punito con pene molto elevate, nonostante i fatti in contestazione avessero riguardato beni di valore irrisorio. Il mio assistito ha dedicato più di 40 anni di lavoro alla Polizia penitenziaria, servendola con impegno e dedizione. Ora si potrà godere la sua pensione a testa alta».

«Il fatto non sussiste» aveva sentenziato il collegio del Tribunale di Ferrara, il 15 ottobre del 2020. Tutti gli elementi raccolti nel corso del processo non avevano dato alcuna sostanza all’accusa, nemmeno all’ipotesi di un eventuale tentativo e nemmeno di atti preparatori. Non c’era nulla. Rimaneva solo il dubbio sulla sorte di due bottiglie di olio, trattenute dalla cucina del carcere, probabilmente per un malinteso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA