Comunità e ripartenza, è iniziata la Festa dell’Unità di Ferrara
L’evento del Pd torna in città con 140 volontari al Gad. La segretaria Zerbini: «Un luogo dove non si prendono applausi ma è qui che vogliamo essere convintamente»
Ferrara Centocinquantaquattro chili di cappelletti, «tutti a mano con il battuto fatto da noi» puntualizza Fatma, che respira volontariato e di Feste dell’Unità ne ha un numero ormai inquantificabile sulle spalle; centoquaranta volontari, «di tutte le età, con uno scambio generazionale costante» dice Lisa Cappelli, che si occupa di organizzazione nella “segreteria Zerbini” e un centinaio di coperti. In viale IV Novembre le magliette rosse sono pronte ad accogliere quanti passeranno al Baluardo di Santa Maria della Fortezza per tutta la prossima settimana. A Ferrara è iniziata la Festa dell’Unità e dopo anni nei quartieri periferici il Pd torna con il suo appuntamento più rappresentativo dentro le mura della città. «In un luogo difficile dove non si prendono applausi, ma in cui vogliamo essere convintamente»: il posto è la zona Gad e la nuova segretaria del Pd di Ferrara Giada Zerbini sa che questi dieci giorni saranno importanti per vivere e riavvicinarsi alla comunità.
«Saremo abitati da tantissime persone e questo ci emoziona»: esserci è proprio il modo migliore per «ascoltare le esigenze di coloro che cercano risposte concrete a problemi reali, tra l’altro in un panorama internazionale molto complicato, ma questo non deve abbatterci». Vuole «rimettersi in moto» il Partito democratico e punta alle elezioni politiche del 2027 e alle comunali del ’29: «Abbiamo questa ambizione – scandisce Zerbini – ritornare al governo della città e del Paese, con la credibilità si può fare». Per l’inaugurazione non potevano mancare il segretario provinciale Nicola Minarelli e quello regionale – rieletto da pochi mesi – Luigi Tosiani. Comunità è la parola d’ordine che usano, in uno spazio, la Gad, «attraverso cui il Pd vuole riconnettersi alla città». «Una scommessa vinta – afferma Tosiani –, nel metodo e nell’idea di scegliere un luogo che rappresenta l’impegno attivo». Al Baluardo anche i consiglieri regionali Paolo Calvano e Marcella Zappaterra, che hanno ben chiara la sfida: «Essere attrattivi e dimostrare di essere attenti ai problemi delle persone».
Ma torniamo alle cucine, cuore pulsante delle Feste dell’Unità. «Ragù e salamina sono pronti, forni e bagnomaria caldi, le persone estremamente motivate – spiega Marco Pizzo con il grembiulone bianco da cuoco –: anche se siamo volontari ci teniamo moltissimo a come si lavora e speriamo veramente di fare bella figura». Il colpo d’occhio non manca: oltre cento volontari - traino della Festa - in maglia rossa con scritta “Bello esserci”, claim dell’edizione 2025, impegnati tra cucine e tavoli. «Li mettiamo a fare tutto – dice Lisa Cappelli, – ed è bello vedere lo scambio tra generazioni: oggi abbiamo alla griglia un giovane di 18 anni con una persona sulla settantina. Vuol dire tanto»
C’è tanta storia nell’evento del Pd e Fatma più di tutti la rappresenta. Lei è del circolo del Gad e quest’anno la Festa è “a casa sua”. Per la prima volta in assoluto? «Quasi – risponde la volontaria –, una delle ultime in città è stata sotto al Grattacielo negli anni ’80. Sono felice che si riparta da qui». Ripartenza, parola usata a più riprese da volontari e amministratori, anche da Beatrice Querzoli: «C’è voglia di ripartire nel Pd, anche da questo quartiere, per viverlo. Essere qui mi ha regalato una forte emozione come alle feste dell’Unità sul Montagnone quand’ero piccola».
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