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Copparo, modifiche all’ultimo bus da Ferrara: pendolari in crisi

Daniele Oppo
Copparo, modifiche all’ultimo bus da Ferrara: pendolari in crisi

Da domani l’ultima corsa di ritorno della linea 314 è anticipata alle 19,40 ma i lavoratori segnalano: «Così non torniamo a casa»

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Copparo Secondo Ami, l’Agenzia per la mobilità, la modifica è solo temporanea e legata ai lavori di rifacimento del ponte di Coccanile. Per i pendolari che ogni giorno si spostano da Copparo e Serravalle a Ferrara per lavoro è però un bel problema, che rende loro quasi impossibile prendere l’autobus per far ritorno a casa la sera. Dieci minuti di anticipo sull’ultimo autobus Tper che da Ferrara prende la strada per Copparo – il numero 314 – diventeranno da domani, giorni in cui entrerà in vigore la modifica, un problema di difficile soluzione per molti dei circa 20 pendolari che utilizzano il servizio pubblico per questa tratta.

«Rappresento gruppo di poche persone che prende l’autobus per lavoro da tanti anni, ci conosciamo da una vita, c'è chi prende questa tratta da 40 anni – spiega Elisa Bini, che lavora in un negozio al Barco e che si è fatta portavoce di nucleo di cinque-sei pendolari “storici” –. L'ultimo autobus che serve Copparo e Serravalle è sempre partito verso le 20, poi alle 19.50 e ora partirà alle 19.40. Noi lavoratori che non finiamo alle 17.30 ma alle 19.30 siamo sempre riusciti ad arrivare in tempo, magari a rotta di collo, alla fermata, ma ora che hanno anticipato di 10 minuti la partenza è molto probabile che questo autobus lo perderemo. C’è anche chi arriva in treno con la coincidenza da Bologna». Ed è l’ultimo della giornata, dopo non c’è più nulla.

Il problema non è di poco conto, anche perché la presunta alternativa, l’autobus 310, con l’ultima corsa ferma ad Alberone e non arriva a Copparo.

«Chi decide di utilizzare mezzi di trasporto pubblici – ricorda Bini – li usa spesso per necessità. Magari c'è una sola auto in casa e viene usata da un componente del nucleo familiare, oppure con l’auto, tra carburante e parcheggio, si spenderebbero molti soldi e il gioco non varrebbe più la candela. Sarebbe il minimo proporre soluzioni alternative».

C’è anche un’altra questione, anch’essa non di poco conto. «È una linea frequentata anche da stranieri, e non so quanti abbiano davvero capito che ci sarà una modifica degli orari – racconta ancora Bini –. Non è stato affisso nessun avviso con cartelli alle fermate e questo ormai accade da diverso tempo, anche in occasione degli scioperi».

Il gruppo di pendolari ha già avuto alcune interlocuzioni con Ami. Le risposte ricevute non sono state soddisfacenti. Una è quella a relativa alla temporaneità della modifica degli orari, l’altra è relativa a un supposto “monitoraggio” del disservizio arrecato. «Gli possiamo già dire che il disservizio c'è – commenta Bini, che aggiunge un pizzico di amara ironia –: se ci lasciano la partita Iva gli fatturiamo le spese del taxi per tornare a casa». 


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