La Nuova Ferrara

Ferrara

L’episodio

Assalito dalle api a Jolanda di Savoia, l’agricoltore: «Punture ovunque»

Annarita Bova
Assalito dalle api a Jolanda di Savoia, l’agricoltore: «Punture ovunque»

Il racconto del lavoratore soccorso in extremis

2 MINUTI DI LETTURA





Jolanda di Savoia Attaccato da uno sciame di api, si butta dal trattore in corsa e viene soccorso da due amici che, assieme ai sanitari del 118 chiamati sul posto, gli salvano la vita. Protagonista della disavventura l’agricoltore Giuliano Gobbato, 65 anni, portato in ospedale con un codice di alta gravità. «Ma per fortuna sono visto e sto abbastanza bene», racconta. Sabato pomeriggio «stavo lavorando nel mio campo, ero sul trattore quando mi sono trovato addosso un grosso sciame di api. All’inizio non ho ben capito cosa stesse succedendo, ma poi ho iniziato a sentire le punture e un dolore forte». Il mezzo agricolo era in movimento «ma d’istinto ho mollato tutto e mi sono praticamente buttato iniziando a gridare, lasciando inserita la marcia e col trattore che andava da solo». Per fortuna «due miei amici hanno sentito le urla e visto il mezzo senza controllo andare per la campagna – continua Gobbato -. Io ero terrorizzato, avevo male ovunque e ho iniziato a correre verso la strada, chiedendo aiuto». Uno degli amici si è occupato del trattore «non so nemmeno io come lo ha raggiunto e quindi spento. L’altro ha chiamato il 118 ed è rimasto con me. Mi sentivo svenire, per le punture ma anche per lo spavento e la corsa». Sul posto ambulanza e automedica «arrivate in pochissimo tempo. Mi hanno fatto delle punture e stabilizzato sul posto. Non sono un soggetto allergico alle punture di api, ma avevo così tanti pizzicotti da essere considerato comunque un codice rosso». L’agricoltore è stato portato in ospedale a Lagosanto. «Mi hanno curato, tranquillizzato e rimesso in piedi. Hanno contato 50 punture. Anche se non sono allergico, la quantità di veleno iniettata era tanta e alcuni organi come la lingua da lì a poco si sarebbero comunque gonfiati». Gobbato ci tiene a ringraziare «i miei amici, che non hanno esitato nemmeno un attimo. E poi i soccorritori del 118, i medici e tutto il personale dell’ospedale del Delta. Se sto bene è perché sono capitato nelle mani di gente preparata e competente». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA