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Da Goro a Comacchio, litorale invaso dal granchio blu: pizzicate e pesci spariti

Annarita Bova
Da Goro a Comacchio, litorale invaso dal granchio blu: pizzicate e pesci spariti

Molluschicoltori increduli. Intanto un parassita rende la polpa amara

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Goro e Comacchio Sono centinaia e tutti vicino alla riva. A stagione per fortuna finita, i granchi blu sono ricomparsi sul litorale, da Lido Volano a Lido Spina e in questi giorni diverse persone sono state anche pizzicate. Nulla di grave, ma non è comunque un incontro piacevole. A sudare freddo, invece, sono ancora una volta i molluschicoltori che non si aspettavano una simile invasione in questo periodo. «Aspettiamo con ansia i risultati dello studio che ormai da tempo stanno portando avanti nel nostro mare – dicono da Goro e Comacchio – perché qui qualcosa non quadra». Intanto «generalmente le femmine erano piene di uova a luglio ma succede che lo sono anche adesso. Ne stiamo prendendo decine e decine messe così. Per non parlare dei piccolini: pieno ovunque». E non è finita «stanno facendo la muta adesso…e siamo praticamente in autunno. È come se tutto quello che fino ad oggi abbiamo dato per scontato sia cambiato di punto in bianco». Al momento «in laguna a Goro a dire il vero il numero non è così alto, si sono spostati tutti verso il litorale comacchiese. Questo perché lì si trova più pesce. Ci sono gli avannotti (pesci appena nati) e soprattutto i cannolicchi. Sarà anche un caso, come dice qualcuno, ma da quando c’è stata la moria il granchi blu sono arrivati in massa». I granchi sono commestibili, è vero, «ma non conviene nemmeno più di tanto ormai pescarli. E poi c’è questa storia del parassita che effettivamente ci mancava…».
In questo periodo granchio blu ospita un parassita del genere Hematodinium che causa la Bitter crab disease (Bcd), nota anche come “malattia del granchio amaro”. La carne di crostacei gravemente parassitati, una volta cucinata, può assumere un retrogusto amaro, che può comprometterne l’appetibilità per il consumatore. Hematodinium non è trasmissibile e non causa infezione e malattia all’uomo, tuttavia il consumo di granchio blu crudo o poco cotto può comportare altri potenziali rischi per la salute, come gastroenteriti acute. Pertanto è consigliabile consumare il granchio blu previa adeguata cottura. Il parassita è sotto studio e sono stati analizzati 225 esemplari e provenienti da 7 siti lagunari: Grado, Marano Lagunare, Caorle, Chioggia, Sacca di Scardovari, Goro e Marina di Ravenna.
I campionamenti sono stati realizzati con la collaborazione dei mercati ittici locali e delle cooperative operanti nelle diverse aree di studio. I risultati preliminari hanno confermato la presenza di Hematodinium nei granchi blu raccolti evidenziando una significativa variabilità nei tassi di infezione nelle diverse aree di transizione studiate. La prevalenza di individui positivi ad Hematodinium in Veneto è del 33% e in Emilia Romagna del 97%, mentre nelle aree lagunari del Friuli Venezia Giulia il parassita non è stato rilevato. In particolare nei siti emiliani esemplari letargici o moribondi, caratterizzati da una minor resistenza al trasporto e alla manipolazione, sono stati segnalati dai pescotori e risultati fortemente positivi ad Hematodinium. «Queste osservazioni confermano come l’infezione possa influenzare il valore commerciale dei granchi - concludono - e forse è il caso di cambiare rotta».

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