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Ortofrutta di lusso e caffè amaro. A Ferrara l’inflazione pesa sugli alimentari

Ortofrutta di lusso e caffè amaro. A Ferrara l’inflazione pesa sugli alimentari

Ad agosto aumenti anche del 10% per le consumazioni in bar e pasticcerie. Calato il prezzo dell'olio d'oliva, zucchero e meloni

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Ferrara Lieve crescita complessiva dell’inflazione a Ferrara che passa dal +1,7% di luglio a +1,8% di agosto, rimanendo sempre sopra la media nazionale che è all’1,6%. L’indice dei prezzi al consumo in città fa segnare anche un +0,2% su base mensile, ma il dato più significativo è dato dall’aumento dei generi alimentari: + 4%.

Generi alimentari Beni sempre più cari, anche perché il confronto è con il 2024 che già aveva una percentuale di crescita importante rispetto all’anno precedente. In pratica è da 3 anni e mezzo che si verifica una costante crescita dei prezzi, costringendo le famiglie a esborsi sempre più aggiuntivi in una categoria di consumo indispensabile. Grazie ai dati forniti dall’Ufficio statistica del Comune di Ferrara vediamo proprio nel settore alimentari quali prodotti che hanno avuto rispetto a 12 mesi fa l’aumento più significativo in base al paniere Istat.

Chi sale Il record di incremento rispetto ad agosto 2024 – che negli anni precedenti era nettamente appannaggio dell’olio d’oliva cresciuto in pochi mesi del triplo – va al cacao e al cioccolato in polvere cresciuti del 22,3%. Il podio vede poi al secondo posto il caffè con un +21,6%, seguito dalle ciliegie +20,1%, confermando il fatto che quest’anno andare dal fruttivendolo, per certi prodotti come le drupacee, era come fare un salto gioielleria.

Nella graduatoria dei maggiori incrementi troviamo nell’ordine: burro +18%, agrumi +16,3%, limoni +15%, pesche +12,8%, pomodori +11,5%, peperoni +11,4%, uva +9,3%, albicocche +9,2% (stesso valore di incremento percentuale dei cavolfiori), carciofi +8,9%, bietole verdi +8,1%, formaggi fusi +7,9%, aglio +7,3%, noci e frutta secca +7,2%, pollame +7%, uova +6,7%, formaggi stagionati +6,3%, pizza +6,1%, carne bovina +5,8%, salumi confezionati +5,5%,prodotti di pasticceria +5,1% (stesso incremento della marmellata), birra +5%, latte conservato +4,7%, carne macinata +4,4% (così anche il pesce), yogurt +4,3%, succhi di frutta +4,1%, pane +3,9%, riso +3,6%, carne suina +3,5% (come il latte intero), salumi da banco +3,4%, mele +3,1%.

Chi scende Ci sono però dei prodotti che rispetto ad un anno fa sono invece diminuiti di prezzo. Oltre al giù citato olio d’oliva con un -15,1% rispetto ad agosto 2024, si segnalano gli altri cali di prezzo più significativi con lo zucchero -9,6%, meloni -7,5%, angurie -7,1%, zucchine -4,8%, finocchi -4,2% e zucche -4,1%.

Ristorazione Questi aumenti dei generi alimentari si ripercuotono di conseguenza anche nel settore della ristorazione con un segmento – in abbinata ai servizi ricettivi – che fa segnare un aumento complessivo su base annua del +4,3%. Gli aumenti delle consumazioni al bar e caffetteria fanno registrare mediamente un +10,2% (qui incide probabilmente l’aumento record generalizzato del cacao e del caffè), bevande analcoliche al bar +9,5%, pasticceria e gelateria +7,2% (rispetto ad un 2024 dove i rincari in percentuale erano stati più pesanti), i prodotti alimentari nei distributori automatici sono complessivamente cresciuti di prezzo del 2,9%, pasto al ristorante +2,6%. Se mangiare in casa costa sempre di più, non si risparmia certa ad andare a mangiare fuori, con la caffetteria e il ristorante che stanno diventando sempre più un lusso per molte famiglie.

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