Ferrara, stop alimentari in San Romano. I commercianti: «Ben venga»
Lungo la via sono una trentina i locali di cibo e bevande
Ferrara C’è una strada, nel cuore di Ferrara, che ha sempre raccontato la città più di tante cronache. Via San Romano è un corridoio che unisce due piazze, Trento Trieste e Travaglio, attraversando secoli di storia e di commerci. Un tempo era la via centrale dell’abbigliamento, popolata da botteghe che scandivano il ritmo del passeggio cittadino. Chi ci è cresciuto, come il proprietario del negozio d’abbigliamento Petrucci, la ricorda viva e animata, elegante ma popolare. Poi la trasformazione, lenta ma inesorabile: via San Romano ha cambiato volto, diventando sempre più la via del cibo. Una mutazione che per molti ha fatto perdere alla strada parte della sua identità, generando discussioni e nostalgie.
Oggi, su questa via che da secoli porta con sé le stratificazioni della città, arriva una nuova sfida. La giunta comunale ha deciso di frenare l’avanzata delle attività alimentari, introducendo uno stop alle nuove aperture, ampliamenti e trasformazioni a uso food. Una misura sperimentale, pensata per tutelare il decoro e restituire equilibrio all’offerta commerciale del centro storico, patrimonio Unesco.
Le reazioni dei commercianti oscillano tra speranza e scetticismo. La famiglia Buti, titolare da 54 anni della pizzeria al taglio Arcobaleno, accoglie positivamente l’idea: «Ben vengano nuove regolamentazioni se servono a restituire decoro. Noi abbiamo sempre rispettato le regole, altri invece sembrano sentirsi liberi di trasgredirle. Basta che ci sia controllo per tutti e che l’igiene venga garantita». A due passi, il calzolaio di Ginosa 1974 osserva la scena con fiducia, nonostante la sua attività faccia parte di un settore differente e quindi non interessato direttamente dalle nuove direttive: «Non mi occupo di alimentare, per cui non ho ricadute dirette. Ma se la via migliora, ne beneficiamo tutti».
Resta cauta Roberta Finessi del ristorante Olivia in Rosa: «Devo ancora approfondire i dettagli, ma se l’obiettivo è rivalorizzare l’area allora sono favorevole. Spero solo che i locali sfitti trovino presto nuova vita: le novità portano movimento e beneficio a tutti».
Lo sguardo più critico arriva invece da Luciano Petrucci, storico commerciante d’abbigliamento: «Queste misure arrivano in ritardo. Andavano prese anni fa, quando i primi segnali di degrado erano evidenti. Oggi via San Romano ha perso la qualità e l’attrattività che la rendevano unica. La bellezza di una via la fanno i negozi che la popolano: senza qualità, non c’è futuro».
I numeri danno forza alle perplessità: sono oltre 25 i locali dedicati alla somministrazione di cibo lungo la via, e altre aperture sono già in vista, come un market di frutta e verdura e la riapertura di un ex locale in ristrutturazione, che rialzerà le serrande come nuovo ristorante.
A preoccupare è anche la pulizia della via, che agli occhi di molti risulta essere insoddisfacente: «Capita spesso di vedere e vivere situazioni di degrado e di inciviltà – continua nel racconto la famiglia Buti - basti pensare a come viene molte volte ridotto e lasciato l’angolo qui a fianco». Dello stesso pensiero anche Petrucci, che aggiunge: «il Comune ha previsto diversi piani di pulizia extra, soprattutto sotto i portici, ma davanti ad alcuni locali la pavimentazione torna sporca dopo poco, sottolineando un’importante mancanza di cura».
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