Comacchio, l'ex cinema diventa affittacamere
Nuova vita per gli spazi del Vicentini-Zannini, nato come edificio di culto nel Quattrocento
Comacchio Da chiesa a cinema, dall’oblio alla rinascita: torna a nuova vita, in piazza XX Settembre, di fronte alla concattedrale di San Cassiano, l’ex cinema-teatro Vicentini-Zannini di Comacchio.
Dopo oltre cinquant’anni di silenzio e abbandono, l’ex cinema-teatro e, prima ancora, chiesa di San Nicolò tornerà, a breve all’antico splendore. A restituire dignità e futuro allo storico edificio, di circa 700 metri quadrati, confinante con il ristorante “La Barcaccia”, in pieno centro storico, è stata Giada Cavallari, giovane imprenditrice comacchiese, figlia di Antonio, presidente della cooperativa Logonovo, la quale ha deciso di raccogliere una sfida ambiziosa, salvando dal degrado un luogo che racchiude oltre 400 anni di storia comacchiese e mettendolo al servizio della ricettività turistico-alberghiera.
«Una parte dell’immobile, circa 300 metri quadrati – riferisce Cavallari – è stata ceduta a Credem, un istituto di credito bancario, che ha già avviato i lavori di ristrutturazione in vista dell’inaugurazione prevista per il prossimo 9 dicembre. I restanti 400 metri quadrati sono stati invece destinati a un progetto di recupero. Si chiamerà Duomo Room, un affittacamere che aprirà le porte, forse, durante la Sagra dell’Anguilla, una volta ottenuto il via libera dallo Sportello unico per le attività produttive. L’affittacamere è dotato di sei camere, di cui tre attrezzate per accogliere persone con disabilità, oltre a un ascensore, una sala comune per i momenti di ristoro, ma tra i servizi è prevista anche la possibilità di richiedere la colazione in camera».
L’edificio affonda le sue radici nella seconda metà del Quattrocento, quando a Comacchio fu creata la confraternita di San Nicolò. Nata con finalità caritative, l’associazione gestiva un ospizio riservato a poveri, malati e pellegrini, garantendo loro accoglienza e assistenza. Grazie al sostegno della comunità, ma anche a lasciti privati, la confraternita riuscì a costruire una chiesa in centro storico, proprio accanto all’ospizio. Per oltre tre secoli, fede e solidarietà si intrecciarono tra le mura dell’edificio.
Ma nel 1798, durante il dominio napoleonico, la chiesa venne chiusa, gli arredi destinati altrove e l’edificio riconvertito a magazzino e, successivamente, a segheria. Come tanti altri ordini religiosi, la confraternita andò incontro alle soppressioni napoleoniche, introdotte dalla Rivoluzione francese, in linea con la politica di Napoleone, che puntava ad acquisire i beni ecclesiastici, per risanare le casse statali e a ridimensionare l’influenza della chiesa nella società.
Il destino dell’ex chiesa di San Nicolò mutò ulteriormente all’inizio del Novecento, quando le famiglie Zannini e Vicentini incaricarono l’architetto Vitale Vitali di trasformare l’antico edificio in un moderno cinema-teatro. Era il 1919: da allora, per decenni, l’edificio fu il simbolo della vita culturale locale, accogliendo film, spettacoli teatrali, ponendosi come luogo di aggregazione privilegiato.
A metà degli anni ’70, l’avvento delle grandi sale, decretò l’avvio del lento declino dell’immobile. Oggi, grazie al progetto di recupero avviato da una giovane donna comacchiese, Giada Cavallari, l’ex chiesa di San Nicolò si appresta a rinascere a nuova vita. In attesa del via libera del Comune e, quindi, del taglio del nastro, Duomo Room si è già dotata di un sito web e dei profili social.
«Negli ultimi giorni, soprattutto nel fine settimana, dal momento che eravamo impegnati ad aiutare mia figlia negli ultimi ritocchi – conclude Antonio Cavallari -, oltre ai comacchiesi, si sono fermati tanti turisti per chiedere se la struttura fosse aperta e se ci fosse disponibilità di una camera. Questo è un buon segno, perché significa che si è percorsa la strada giusta, per impedire ad un luogo, in centro storico, di finire nel degrado e nell’abbandono».
