Ferrara, bimbo positivo alla cocaina: scatta la denuncia
Scoperto tramite il test del capello e dopo che le maestre avevano segnalato strani comportamenti
Ferrara La spia di allarme l’hanno accesa le maestre: il bambino non distingueva i coetanei dagli adulti, era nervoso e agitato e i suoi vestiti e le zainetto emanavano un odore sospetto di fumo.
Elementi che hanno indotto il padre a svolgere una serie di accertamenti, ricevendo la più preoccupante delle conclusioni: il piccolo infatti è risultato positivo alla cocaina nel test del capello.
Una vicenda delicata che rappresenta il capitolo più oscuro della già problematica separazione dei genitori. Dopo otto anni di convivenza la coppia aveva raggiunto un accordo per l’affidamento del bimbo, che prevedeva che la mamma entro un mese lasciasse l’abitazione di proprietà del padre, ricevendo un assegno di mantenimento.
Condizioni che la donna, spiega l’avvocato Francesco Mantovani che assiste il padre, non ha rispettato, innescando una lite giudiziaria che sarà discussa il 1º ottobre davanti al giudice civile. In quell’occasione il padre chiederà anche di rivedere gli accordi sulla custodia del figlio, puntando a ottenerne il pieno affidamento. Una volontà maturata già prima della segnalazione delle maestre poiché in alcune occasioni la donna avrebbe dimenticato di andare a prendere il bimbo a scuola, e anche in seguito ad alcuni contrasti con il nuovo compagno della madre, sfociati in una denuncia.
La situazione però è precipitata a giugno quando le maestre, notando segnali preoccupanti nel bambino, hanno convocato il padre per informarlo sui problemi del piccolo a scuola (un istituto scolastico della provincia ferrarese) e sullo spiccato e inconfondibile odore che impregnava i suoi abiti e il suo zaino. Il padre si è così subito attivato consultando esperti e medici.
Una prima prova, l’esame delle urine, ha dato esito negativo. Il successivo test del capello, invece, ha portato a conclusioni molto meno rassicuranti, provando che il piccolo è stato in qualche modo a contatto con sostanze stupefacenti.
La prova eseguita in un laboratorio di Milano ha registrato un valore di 1,436 nanogrammi di cocaina per milligrammo, e 0,172 nanogrammi di benzoilecigodina (ovvero il principale metabolita della cocaina).
L’ipotesi più probabile, a fronte di questi valori, è che sia stata fumata la sostanza in presenza del bambino, e che il piccolo abbia inalato il fumo.
Alla luce degli esiti del test a inizio settembre è stata depositata una denuncia-querela in procura contro la madre, con varie ipotesi di reato, dal maltrattamento in famiglia alla violazione degli obblighi di assistenza.
Accuse che dovranno ora essere vagliate dalla magistratura, ma al di là della definizione delle responsabilità individuali «quello che risulta – conclude l’avvocato Mantovani – è che il bambino non sta vivendo in un ambiente sano e consono alla sua crescita».
