Ferrara, pirata della strada ancora in fuga: «Chi ha visto qualcosa ci aiuti». Il giovane al momento non può lavorare né praticare sport
L’appello della madre del 18enne investito in moto il 13 settembre in via Porta Catena
Ferrara È un profondo senso di ingiustizia quello che in questi giorni sta attanagliando Monika Nowicka, madre del 18enne Kacper Rolfini che lo scorso 13 settembre è stato investito da un pirata della strada in via Porta Catena. Fortunatamente il giovane, in sella alla propria moto, non aveva subito gravi conseguenze data la velocità ridotta ma il comportamento criminale di chi guidava la Peugeot bianca di grossa cilindrata che ha tagliato la strada al giovane con un’inversione di marcia proibita, resta ancora impunito.
«Ad oggi nessuno ci ha detto nulla – racconta la madre del giovane – e voglio lanciare un appello: aiutateci a trovarlo. Al momento non ci sono novità, mi auguro che le indagini stiano procedendo, con tutte le telecamere che ci sono mi sembra strano che almeno non si sia riusciti a risalire alla targa. Il pirata della strada è fuggito verso viale XXV Aprile e conosceva molto bene quella zona».
Le condizioni di Kacper non sono gravi per fortuna: «Inizialmente avevano dato una prognosi di cinque giorni, ora il nostro medico ha allungato questo periodo fino al 30 settembre. Ha ancora la spalla ed il polso dolenti, assieme a qualche giramento di testa occasionale».
Questo incidente arriva inoltre nel momento più sbagliato possibile per Kacper, ragazzo encomiabile che si divide tra studio, due lavori e lo sport delle bocce praticato con ottimi risultati alla bocciofila La Ferrarese.
«Ha appena finito gli studi all’istituto Bachelet e lavorava di giorno nello smistamento pacchi ed alla sera come portapizze. L’incidente per ora gli preclude queste possibilità così come quella di praticare il suo amato sport. A questo proposito ci tengo a ringraziare in maniera particolare la bocciofila La Ferrarese che ha sempre sostenuto mio figlio. Tutti all’interno dell’associazione se ne sono presi cura soprattutto dopo la scomparsa del padre nel 2020».
«Adesso – conclude la madre – il momento è critico anche economicamente. Ci servirà un altro mezzo che possa permettere a Kacper di raggiungere Legnaro dove, nei prossimi mesi, inizierà un nuovo corso di studi. Mi auguro che la giustizia possa fare il suo corso velocemente e trovare il colpevole che ha investito mio figlio».
Pur ancora con qualche “ammaccatura”, lo stesso Kacper non perde il suo spirito: «Ho ancora qualche livido ma sto abbastanza bene».
Il giovane entra nel dettaglio dell’incidente: «Stavo procedendo in direzione stazione, ho guardato a destra e ho visto l’auto ferma nel parcheggio dell’Eurospin. Sono tornato a guardare in avanti ma all’improvviso, dopo che l’auto ha superato il marciapiede e ha fatto inversione di marcia, me la sono trovata davanti e non ho potuto evitare l’impatto. Sono rotolato per qualche metro e ho visto che l’auto si era fermata per qualche secondo. Credevo che il guidatore si sarebbe fermato per verificare le mie condizioni ma invece è ripartito. Qualcuno ha provato a inseguirlo ma è riuscito a dileguarsi».
Questo incidente impedisce a Kacper di lavorare e praticare sport: «Purtroppo è così. Inoltre mi sono fatto male proprio al braccio che uso per giocare a bocce. È una passione che nasce da quando ero piccolino e frequentavo i lidi ravennati. Un giorno vidi dei signori giocare, ero molto timido ma mi invitarono a provare e da lì non ho più smesso».
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