Cefali morti a Lido Scacchi. I pescatori: «C’è anche chi se li porta a casa»
Troppo caldo e poco ossigeno. I pescatori: «Non toccateli, anche se moribondi». Il fenomeno sta colpendo diverse zone dei Lidi. Problemi a 5 miglia dalla costa
Lido Scacchi Dopo i cannolicchi è la volta dei cefali. Sono centinaia i pesci morti arrivati sulla spiaggia, in particolar modo sui Lidi nord. Come già accaduto negli anni scorsi anche in questi giorni di fine settembre tante persone hanno notato lungo la spiaggia numerosi cefali morti. I pesci ormai senza vita e in molti casi mangiati dai gabbiani sono ben visibili sia in acqua che sulla battigia. E come tradizione in tanti si preoccupano e si interrogano su quali siano le cause di questa moria.
E sulle cause resta l’ombra. «A meno che qualche barca non abbia sversato il pescato a mare, l’unica risposta è che ci sia una striscia di acqua anossica», le parole del biologo Diego Viviani. «Nelle scorse settimane mi era stato riferito di aver riscontrato dei problemi sulle 5/6 miglia dalla costa sul fondale, potrebbe essere dunque quella la causa». C’è chi parla di pasteurellosi, fenomeno ciclico e naturale operato da un batterio che genera lesioni a carico del rene e del fegato, un micro-organismo appartenente al genere pasteurella, che causa una malattia chiamata pasteurellosi. È un fenomeno ciclico nel medio e alto adriatico con cui la natura si autoregola: quando la colonia supera la curva massima di disponibilità di cibo e spazio alcuni esemplari si debilitano e vengono attaccati dal batterio. Questo riduce la colonia rendendo la risorsa disponibile per i sopravvissuti che in questo modo non si estinguono. Sono meccanismi zoologici utilizzati da numerose specie, sia marine che dulciacquicole. Ma Viviani tende a escluderlo, «almeno non in grandi quantità. Cercheremo di capire l’entità del fenomeno e se continuerà anche nei prossimi giorni».
Attenzione
I pesci morti o comunque moribondi non vanno portati a casa. Purtroppo quello che dovrebbe essere ovvio, tante volte non lo è e c’è chi è arrivato in spiaggia armato di secchio, scegliendo esemplari che ancora davano segnali di vita. È molto pericoloso, anche se la carne viene cotta. Dopo la morte, i batteri presenti naturalmente nel pesce proliferano rapidamente, producendo tossine che possono causare intossicazioni alimentari con sintomi come nausea, vomito e diarrea. «Abbiamo visto delle persone prendere il pesce - dicono dal porto di Porto Garibaldi -. Lo fanno anche con quello che viene scartato qui in porto. Piuttosto regaliamo noi, come spesso avviene, qualche cefalo o canocchia ma quello che il mare restituisce in maniera spontanea è veleno». Sulle spiagge dei Lidi sono arrivati in prevalenza cefali, «ce ne sono tanti, anche nelle reti è pieno. Non abbiamo idea di cosa sia successo ma non è certo la prima volta che accade - continuano dal porto -. Fare delle analisi? No, al momento non serve. I fiumi stanno buttando in mare acqua dolce in grandi quantità e in questo mese di settembre le temperature sono rimasta ben al di sopra della norma del periodo. Con l’arrivo, si spera, del freddo le cose dovrebbero andare meglio...».
Annarita Bova
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