Ferrara, Mian vince la 61esima edizione del Premio Estense
Il giornalista ha vinto la 61esima edizione con “Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia”
Ferrara È Marzio G. Mian con “Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia” (Ed. Gramma Feltrinelli) il vincitore della 61esima edizione del Premio Estense. Il verdetto è arrivato alla terza votazione, caratterizzata, come da tradizione, da un confronto vivace e partecipato tra la giuria tecnica del Premio Estense presieduta da Alberto Faustini e composta da Davide Berti, Giorgia Cardinaletti, Francesco Costa, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Giancarlo Mazzuca, Agnese Pini, Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni, Fabio Tamburini e Luciano Tancredi, e quella popolare. Le due giurie si sono riunite nel primo pomeriggio al Circolo dei Negozianti a Palazzo Roverella, a Ferrara, per discutere e votare il vincitore all’interno della quartina finalista composta da: Milena Gabanelli e Simona Ravizza con “Codice Rosso. Come la sanità pubblica è diventata un affare privato” (Ed. Fuori Scena), Gad Lerner con “Gaza. Odio e amore per Israele” (Ed. Feltrinelli), Marzio G. Mian con “Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia” (Ed. Gramma Feltrinelli) e Paolo Rumiz con “Verranno di notte. Lo spettro della barbarie in Europa” (Ed. Feltrinelli). La riunione per la votazione dei titoli finalisti si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare Federico Aldrovandi e Giancarlo Siani perché - come sottolineato dal presidente della giuria Alberto Faustini: “Nel primo caso c’è stato un grande sforzo giornalistico per cambiare la narrazione dell’uccisione dello studente ferrarese e poi c’è il ricordo di un collega che ha avuto il coraggio di raccontare la camorra con le sue inchieste”.
Il Premio Estense, che dal 1965 premia l’eccellenza del giornalismo italiano, quest’anno con 80 titoli, ha registrato il più alto numero di volumi candidati nella storia della manifestazione. Il presidente della giuria tecnica del Premio Estense, Alberto Faustini, ha commentato: “La vittoria di Marzio G. Mian ha un bel significato per un giornalismo che sa ancora viaggiare, cercare di capire, entrare dentro le storie. Un mese, 6.000 km lungo il Volga per raccontare la Russia di cui non abbiamo mai parlato, i confini che non conosciamo tra i singoli territori che un tempo facevano parte dell’Unione Sovietica e premiare un giornalismo che ha ancora voglia di capire e che ha voglia di profondità”.
Marzio G. Mian commenta così la vittoria: “Il Premio Estense mi ripaga della fatica di una carriera e dei momenti di panico che ho vissuto in questo viaggio. Il libro è il frutto della grande passione per questo mestiere, sono un giornalista, un cronista e ho voluto raccontare quello che gli altri non raccontavano per provare a interrompere un blackout di informazione che ha riguardato non un Paese qualsiasi, ma il Paese più grande del mondo. Ho voluto riavvolgere il nastro della storia e degli eventi perché non si può raccontare la Russia di oggi e quello che sta accadendo senza fare un percorso a ritroso”.