Berco al Mimit, altre 50 uscite e si apre al mercato della guerra
A Roma il punto della situazione: passivo di 59 milioni ma è iniziata la ripresa
Copparo Nuovo tavolo al Mimit a Roma per la vertenza Berco, l’occasione per il ceo dell’azienda copparese, Giacomo Bottone, di fare il punto della situazione con il prolungamento appena effettuato del piano di uscite volontarie incentivate. Erano presenti i tre segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, mentre quelli provinciali erano collegati.
Si è parlato per un’ora e mezzo in particolare dell’attuale situazione degli stabilimenti Thyssenkrupp di Copparo e Castelfranco. Tre i temi: interventi, ordini e prospettive. Ovviamente non si poteva non toccare il tasto uscite volontarie, visto che al recente prolungamento l’azienda ha spiegato che servirebbero altre 169 persone che lasciano Berco, numero comunque che è già sceso a 119 visto che sono 50 quelli che hanno aderito alla possibilità di uscire volontariamente. L’accordo rinnovato estende la possibilità di uscita fino al 29 marzo 2026, mantenendo invariati i contenuti già sottoscritti ad aprile 2025: incentivo economico di 57.000 euro lordi, accesso alla Naspi e adesione esclusivamente su base volontaria. Da quando lo scorso novembre si è aperta la vertenza Berco in tutto sono 281 i dipendenti che hanno lasciato l’azienda, mentre per altri 16 le richieste non sono state accolte, perché ritenuti in ruoli chiave della produzione.
Tornando ai tre temi, sul piano investimenti interni sono 19 attualmente i cantieri a Copparo per migliorare alcuni reparti penalizzati negli ultimi anni, decenni. E altri 11 sono i cantieri che verranno aperti nel corso dei prossimi mesi. Fra i reparti potenziati forge e aftermarket, quello dei ricambi. Sul fronte ordini sono entrati nuovi clienti ma è inevitabile guardare anche ad altri mercati, come quello della guerra visti i maggiori investimenti in tal senso da parte di molti Paesi in tutto il mondo, occasione che ovviamente Berco non può perdere. Infine, i numeri, i quali parlano di un 2024-2025 (si chiude oggi) da 69mila tonnellate di prodotto ma un calo di ricavi di 59 milioni di euro. A partire da domani si apre l’anno produttivo 2025-2026, la previsione è aumentare la produzione di cinquemila tonnellate, puntando ad arrivare a 90mila tonnellate nel 2027-2028 e un fatturato che centri l’obiettivo di pareggiare il bilancio.
Le reazioni «Occorre sforzo ulteriore per superare le difficoltà. Non ci lascia per nulla tranquilli l’aver appreso che la situazione aziendale di Berco continua a essere difficile. Nonostante i primi segnali positivi e la possibile crescita nei mercati internazionali, a partire da quello canadese, occorre ancora altro tempo per ritornare a una condizione di sostenibilità economica e produttiva. I conti ancora non migliorano nonostante il miglioramento del costo del lavoro a seguito della fuoruscita di 281 lavoratori di Copparo». A dirlo Guglielmo Gambardella, Massimo Zanirato e Alberto Finessi, rispettivamente segretario nazionale Uilm, Coordinatore Uil Ferrara e responsabile Uilm Ferrara a margine dell’incontro con i rappresentanti del Mimit, della Regione Emilia Romagna e Veneto e il management di Berco.
«Continuiamo ancora a credere che il punto di svolta per Berco possa avvenire solo con la realizzazione di una collaborazione industriale con soggetti industriali, nel campo della Difesa, di cui sono in corso interlocuzioni molto intense, favorite dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ma occorre – aggiungono – come abbiamo affermato come Uil e Uilm, farsi trovare pronti in termini impiantistici e in termini di competenze per queste future eventuali sfide. Bisognerebbe, a nostro avviso, prevedere investimenti oltre i 20 milioni già pianificati per le attività che rientrano nell’attuale perimetro di Berco e maggiore incisività commerciale. In sintesi uno sforzo maggiore dell’azienda e della sua capogruppo Thyssenkrupp al pari dello sforzo dei sacrifici che da mesi stanno subendo i lavoratori con la cassa integrazione e la rimodulazione dei trattamenti economici integrativi. Abbiamo quindi chiesto di poter affrontare nel dettaglio l’andamento aziendale, investimenti e organizzazione del lavoro in un incontro in sede locale, anche a valle dei già pianificati incontri, a partire da quello previsto il prossimo 13 ottobre, con le industrie della Difesa», concludono.