Ferrara, Legalman boccia il rilevatore: «Il tutor sulla Sp2 è irregolare»
Le ragioni: «L’incrocio più vicino deve distare mille metri, qui ce ne sono 400»
Ferrara Se qualcuno in questi giorni avesse notato in centro a Ferrara o sulle strade un signore con la maglia azzurra di Superman e al posto della “S” la “L” di Legalman non si preoccupi. Lui è Carlo Spaziani, capitano in quiescenza della Polizia locale di Roma Capitale tornato nella nostra provincia. È uno dei massimi esperti nazionali di tutor e velox, spesso ospite in programmi come Le Iene, Striscia La Notizia e quelli serali di Rete 4. È diventato Legalman per contrapporsi a Fleximan, colui che ha tagliato col flessibile diversi velox in Veneto. «Legalman è il supereroe che spegne sì i velox, ma senza tagliarli, bensì utilizzando la legge, in particolare l’articolo 25» spiegava Spaziani. E in effetti dalle nostre parti è noto per i ricorsi vinti in relazione al velox sulla provinciale tra Copparo e Ro, poi rimosso. Nel 2023 è uscito il suo libro “Autovelox: guida alla difesa”, nel quale oltre ad aggiornare sulle novità in tema di rilevatori di velocità, cita alcune battaglie che ha portato avanti contro apparecchi risultati poi irregolari, come appunto quello sulla Provinciale fra Ro e Copparo, ma anche quello nei pressi della Celletta ad Argenta. E negli anni ha curato ricorsi contro le multe del velox sulla via del Mare (territorio comunale di Jolanda) e Romea.
Spaziani è stato chiamato in relazione al velox di Bosaro e ne ha approfittato per dare “un’occhiata” ad altri rilevatori di velocità in zona. In particolare, si è soffermato sul tutor della Sp2 – via Copparo, fra Baura e Malborghetto di Correggio. E parte subito da una delle regole chiave nell’installazione di questi apparecchi: «L’articolo 25, comma 2, della Legge 120/2010 stabilisce che i dispositivi o mezzi tecnici di controllo (come autovelox, Tutor, ecc.), finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni dei limiti di velocità, “fuori dei centri abitati non possono comunque essere utilizzati o installati a una distanza inferiore a un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità. La distanza minima si applica solo fuori dei centri abitati e, come specificato dal Decreto ministeriale n. 282 del 2017 (nuovo regolamento sugli autovelox), solo quando il limite di velocità imposto è inferiore a quello generale previsto per quella categoria di strada dal Codice della strada». E, ancora: «Il sistema Tutor rileva la velocità media su un tratto di strada. L’accertamento dell’infrazione si basa su due rilevazioni: una all’ingresso del tratto e una all’uscita. Ebbene, l’inizio del tratto di rilevamento (il portale con le telecamere che esegue la prima rilevazione della velocità) non può essere collocato a una distanza inferiore a 1 km dall’ultimo segnale di limite di velocità (ridotto) presente prima di quel punto, se tale limite è inferiore a quello generale della strada. Natura del vincolo: la norma impone che il conducente abbia a disposizione almeno 1 km per adeguare la propria velocità al limite ridotto, dopo aver visto il segnale, prima di incontrare l’apparecchiatura di controllo (il punto di inizio del Tutor). Se il punto di inizio della rilevazione del Tutor è collocato a una distanza inferiore a 1 km dal segnale che impone un limite di velocità ridotto (rispetto a quello previsto dal CdS per quel tipo di strada fuori dai centri abitati), la collocazione del dispositivo è irregolare, di conseguenza l’accertamento dell’infrazione in quel tratto sarebbe nullo. Il tutor della Strada provinciale 2 viola la legge 120 del 2010, comma 2, poiché la rotatoria a Baura che porta a Ferrara, Copparo e Fossadalbero dista 400 metri dall’inizio del tratto stradale coperto da tutor».
Spaziani ribadisce alcuni concetti a lui cari: «Questi strumenti devono essere sempre associati ad agenti che sono sul posto per il controllo, altrimenti servono solamente a fare cassa. Faccio un esempio pratico: se una persona sa che c’è il velox rallenta all’altezza dello strumento e poi accelera; se non lo sa e lo vede frena all’ultimo e crea pericolo; se non lo sa e non lo vede va comunque forte, quindi a cosa serve averlo messo?» .
Nel suo libro Spaziani dice che quasi tutti i rilevatori di velocità in Italia sono irregolari: «I velox devono avere l’omologazione del modello e inoltre l’approvazione dell’apparato utilizzato. Nei verbali si trova l’approvazione del tipo di strumento, ma non quello specifico che ha rilevato l’infrazione. L’articolo 345 comma 2 del Dpr 495 del 1992 dice che serve l’approvazione per ogni singolo apparato con relativa matricola», chiude l’esperto.