Teschi rubati al cimitero di Dogato per fare due lampade. Salvati dal giudice
Non luogo a procedere per la coppia che aveva rubato all’ossario
Dogato Volevano farci due lampade. Questa la giustificazione dietro al furto di due teschi umani dall’ossario di Dogato, gesto che ha portato a processo la coppia di autori, lui 34 anni e lei 33.
Concorso in sottrazione di cadavere, il reato loro contestato dalla Procura di Ferrara, aggravato dall’aver commesso il fatto in un cimitero. Alla fine se la sono cavata come meglio non potevano, a fronte di un reato punito con la reclusione da due a sette anni. Il giudice dell’udienza preliminare Andrea Migliorelli ha dichiarato ieri il non luogo a procedere per tenuità del fatto, con somma soddisfazione del loro legale, l’avvocato Filippo Sabbatani.
I due teschi erano stati trovati dai carabinieri in possesso della coppia che li aveva trafugati dall’ossario del cimitero di Ostellato. La macabra scoperta, risalente al gennaio dello scorso anno, era stata casuale. I carabinieri stavano effettuando un controllo nel casolare dove i due risultano risiedere, perché segnalato come in stato di abbandono e con potenziali problemi anche d’igiene. Nel corso dell’accesso, il ritrovamento dei due crani umani, posti immediatamente sotto sequestro dai militari, poi convalidato dal pm. La procura aveva fatto fare un’indagine per risalire alla loro effettiva provenienza, anche se non c’erano grossi dubbi, e anche per cercare di capire a chi appartenessero, affidando i due crani umani all’istituto di medicina legale per le analisi del caso, utili anche per la datazione - in teoria dovrebbero appartenere a persone decedute almeno da 40-50 anni - e l’eventuale attribuzione. La procura aveva anche disposto una consulenza antropologica-forense.
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