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In tribunale

Infortunio sul lavoro alle ad Argenta, assolto dopo 5 anni

Alessandra Mura
Infortunio sul lavoro alle ad  Argenta, assolto dopo 5 anni

Cade l’accusa di lesioni colpose per l’incidente alle Officine Soelia

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Argenta È arrivata dopo cinque anni, per un dirigente di Soelia, l’assoluzione dall’accusa di lesioni personali colpose a seguito di un infortunio sul lavoro avvenuto nelle officine della società nell’ottobre del 2020. La procura, ritenendo che l’imputato fosse responsabile di una serie di violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro, aveva chiesto tre mesi di condanna ma il giudice, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Riccardo Caniato, ha pronunciato sentenza di assoluzione.
A rimanere ferito quel giorno di cinque anni fa era stato un meccanico del reparto autocarri che stava lavorando all’interno di una fossa di ispezione. L’operaio doveva leggere il numero di telaio posto nel vano motore di un automezzo, ma nell’avvicinarsi al cofano era inciampato ed era ricaduto malamente nella fossa da un’altezza di un metro e mezzo. Nell’impatto aveva riportato molteplici traumi e fratture, con oltre tre mesi di prognosi, e il suo recupero era stato lungo e doloroso.
La procura contestava all’allora datore di lavoro il fatto di non aver predisposto tutte le necessarie misure di sicurezza. In particolare, la negligenza sarebbe consistita nell’aver lasciato priva di copertura la parte della fossa non occupata dal veicolo, e di non aver allestito la necessaria segnaletica per indicare la presenza della fossa. Nel capo di imputazione si evidenziava quindi che «i pavimenti degli ambienti di lavoro e i luoghi destinati al passaggio non avevano i requisiti necessari a garantire la sicurezza del movimento e del transito delle persone», e che «nelle zone di pericolo non erano state predisposte misure di sicurezza atte a proteggere i lavoratori autorizzati per ragioni di lavoro» ad accedervi.
Secondo la difesa, invece, non esisteva alcun nesso causale tra le contestazioni mosse dalla procura e l’infortunio, determinato dal fatto che l’operaio, che era già sceso dalla fossa, ne era uscito ed era poi caduto inciampando, senza che la presenza o meno della segnaletica potesse determinare una diversa dinamica dell’accaduto. Per questo motivo aveva chiesto per il suo assistito l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Dopo una breve camera di consiglio la giudice Totaro ha dichiarato l’imputato non punibile per la tenuità del fatto. 
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