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Dopo la protesta

Ferrara si schiera con la manifestazione: «Giusto scioperare, non restiamo indifferenti»

Alessandra Mura
Ferrara si schiera con la manifestazione: «Giusto scioperare, non restiamo indifferenti»

Le voci dei ferraresi fuori dal corteo: scenario spaventoso, la storia non ha insegnato nulla

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Ferrara Nel giorno dello sciopero generale per Gaza, la solidarietà per il popolo palestinese supera i confini del corteo e si svela anche nelle voci dei ferraresi, d’adozione e non, a passeggio nella piazza che di lì a poco accoglierà l’ondata pacifica dei manifestanti. «Secondo me questo sciopero è giusto, perché è il solo modo per far capire alle istituzioni, al Governo, che non condividiamo le loro posizioni – afferma Irene Vitali – Il malumore per quello che sta succedendo c’è, e per fare sentire la voce del dissenso bisogna fermarsi e scendere in piazza».
La pensano così anche altre due signore, Teresa Indelli e Valeria Ferretti: «Lo sciopero? Non bene ma benissimo. È ora di dimostrare che non c’è indifferenza per tutto quello che sta succedendo, e che non si può far finta di nulla».
«Certo che sono d’accordo, come non si fa a non esserlo davanti a una tragedia simile?», risponde netta Patrizia Beneventi.
Più sfumata la posizione di Giorgio che, spiega «oggi andrò a lavorare non perché sia insensibile rispetto a quello che sta accadendo in Palestina, ma perché non credo lo sciopero sia utile per ottenere qualcosa. Sono d’accordo però sul fatto che bisognerebbe interrompere l’approvvigionamento di armi a Israele». Sulla stessa linea d’onda il suo amico Lorenzo, che aggiunge: «Bene chiedere di sospendere l’invio di armi, ma gli scioperi vanno fatti per i diritti dei lavoratori».
Non così Roberto Corsi, per il quale «scioperare per una causa come questa è sacrosanto, risvegliamo la nostra umanità, perché il mondo è sull’orlo del baratro e sembra che nessuno voglia rendersene conto».
Condividono gli stessi timori Fabrizio Perini e Carla Bighi: «Siamo d’accordissimo con lo sciopero, un atto legittimo, così come era giusta l’azione della Flotilla. È impensabile che nessuno faccia niente, che nessuno muova un dito di fronte a una tragedia di questa portata. E il fatto che la presidente del consiglio sostenga che questa è una manifestazione contro di lei e il Governo, dice già tutto». Ed è grave, aggiungono, «che la storia non abbia insegnato nulla, anche dopo l’invasione della Poloni non ci fu nessuna reazione, e ora questo scenario ci fa paura. Quindi bene fermarsi per scendere in piazza, perché bisogna rendersi conto in che mondo viviamo, e in che paese viviamo». Vittoria Cingia, studentessa universitaria, ammette: «Sto andando a lezione, perché non posso proprio perderla e devo esserci, ma sono d’accordo con i motivi della manifestazione». Per Gabriela Botnar «è importante far capire che le persone considerano ingiusto e orribile quello che sta succedendo a Gaza». Decisamente contrari invece alcuni pensionati sotto i portici del Duomo: «Non serve a niente, solo a perdere soldi. E poi speriamo che non ci siano dei danni», scandiscono ma senza voler declinare il loro nome: «Metta “anonimi”», chiudono. Anche una donna che lavora come badante preferisce evitare le generalità, e argomenta: «Non vedo perché per essere solidali a un popolo si debbano creare disagi a un altro. Io non posso certo astenermi dall’accudire i miei anziani. Sarebbe più giusto devolvere tutti una giornata di lavoro per questa causa». Secondo Emma Ricci, invece, «finalmente la gente si è svegliata, forse troppo tardi».

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