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Giù la serranda

Al bar Centrale di Sant’Egidio termina una storia lunga 80 anni

Marcello Ferrari
Al bar Centrale di Sant’Egidio termina una storia lunga 80 anni

Enrico e la moglie Luciana vendono il locale dopo quasi mezzo secolo di gestione. Il doloroso addio: «Non ho ceduto un’attività, ma una importantissima parte di me»

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Sant’Egidio Ci sono capitoli che non sono uguali agli altri, per tutto ciò che hanno rappresentato per una famiglia, un paese, una comunità, e quando questi capitoli si chiudono si portano dietro una scia infinita di ricordi, storie, racconti, spaccati di vita. Il bar Centrale di Sant’Egidio rappresenta proprio uno di questi capitoli per la frazione sulle sponde del Primaro, che ieri con l’ultimo giorno di gestione di Enrico e Luciana si appresta a concludersi. Perché un bar di paese non è una attività come un’altra, ma è quel luogo che più di tutti raccoglie e conserva le storie, gli eventi, i momenti di vita del paese, e quando questo avviene ormai da ottant’anni allora è inevitabile che le due cose finiscono per fondersi.
La storia del bar Centrale inizia nell’immediato dopoguerra, quando Maria e Alfredo, nonni di Enrico, rilevano l’attività. Allora era un’osteria, alimentari e tabacchi, conoscendo poi negli anni tante trasformazioni, dal rifacimento dello stabile negli anni ’70 al completo rinnovo dei locali avvenuto nel 2016. A loro succedette il figlio Antide con la moglie Luisa. Già solo a sentire questo nome, Antide, non possono non spalancarsi nella mente una valanga di ricordi: le cene che lui preparava a qualunque ora, bastava solo che qualcuno gliele chiedesse, dopo le partite a biliardo o a volte anche in piena notte quando i ragazzi si fermavano tornando a casa: le battute, gli scherzi, le risate.
Poi i tempi cambiano e il locale, come giusto che sia, si adegua ad essi, mantenendo sempre però quel ruolo centrale nella vita di Sant’Egidio. Il timone passa al figlio Enrico Finetti e alla moglie Luciana: una presenza fissa e costante la loro, un punto di riferimento che per decenni ha accompagnato la vita dei tantissimi clienti che qua si sono susseguiti, ascoltandone le storie, osservandone le vicende, talvolta anche molto stravaganti come spesso succede nei paesi. Ed è proprio questo legame a doppio filo con la clientela che ha rappresentato la parte più importante e significativa di questo lungo viaggio.
«L’aspetto più interessante e divertente di tutti questi anni – ci dice Luciana – è stato osservare le infinite sfumature delle tantissime persone che sono passate di qua, perché nessuno è uguale all’altro, ognuno con le proprie caratteristiche, particolarità, comportamenti, modi di fare, c’è un mondo dietro alle persone ed è stato molto bello scoprirlo». «Questo è il mestiere più bello de mondo, perché ti dà modo di conoscere le persone e non c’è nulla di scontato – le fa eco Enrico –. Impossibile citare un episodio o un personaggio in particolare, perché non basterebbe un libro».
Ora però dopo 44 anni di gestione, ma tanti, tanti di più dietro quel bancone, una vita intera durante la quale hanno visto cambiare completamente il paese continuando sempre però ad esserne parte della storia ed evoluzione, per Enrico e Luciana è arrivato il momento della meritata pensione. Già dai prossimi giorni il bar-tabaccheria riaprirà con una nuova gestione, che vedrà con i nuovi gestori ancora la presenza della barista Linda, una sorta di continuità fra la vecchia e la nuova gestione, come una storia che cambia ma che continua. Gestione scelta fra le tante proposte per garantire quella continuità che non può venire meno per un luogo tanto importante per il paese, ma ancora di più per chi l’ha guidato per una vita. «Io non ho ceduto una attività – afferma Enrico – ma una grande, importantissima parte di me». Si chiude così questo lungo capitolo, con la speranza che quello nuovo che si sta aprendo continui a rappresentare per Sant’Egidio quello che il bar Centrale è stato per 80 anni, e la certezza che gli echi di tutte queste storie continueranno riviere indelebili su questa sponda del Primaro.