Licenziati con una mail. Un anno fa il dramma ex Tollok: tanti hanno cambiato vita
Era la mattina del 7 ottobre 2024 quando i 77 dipendenti della Regal Rexnord appresero via Pec che era stato avviato il licenziamento. Lo scenario attuale
Masi Torello Risale a un anno fa l’invio della drammatica Pec con la quale i 77 lavoratori della Regal Rexnord (Ex Tollok) di Masi Torello appresero che era stata avviata la procedura di licenziamento per cessata attività dell’azienda. A distanza di un anno, dopo estenuanti battaglie sindacali, presidi, incontri pubblici e istituzionali, che avevano visto il coinvolgimento del neoeletto sindaco Samuele Neri, della Regione e del ministero del Lavoro e delle organizzazioni sindacali, oggi, la gran parte dei dipendenti guarda al futuro con più fiducia, grazie all’assunzione in altre aziende.
«È stato un colpo duro da mandare giù – ricorda Jennifer Pavani, ex dipendente, all’epoca dei fatti delegata sindacale Uilm – nella disperazione ci siamo avvicinati di più tra operai ed impiegati, non siamo rimasti con le mani in mano, si è creata una buona squadra e ci incontriamo ogni due mesi, per una cena, per restare uniti e sapere come sta andando a ciascuno di noi».
Al momento, all’interno del capannone, in viale Adriatico 9, sono occupati solo 2 operai, per ultimare i lavori di pulizia dell’archivio. Nei mesi scorsi sono stati venduti diversi macchinari, da parte di un’azienda milanese nella sua qualità di curatrice fallimentare, mentre la data ultima, quella della chiusura totale è fissata al 31 dicembre prossimo e combacia con la cessazione della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti ancora non ricollocati.
Lo stabilimento produceva ingranaggi destinati alle pale eoliche, ma la proprietà, anziché investire in nuovi macchinari all’avanguardia, ha optato per la delocalizzazione. «Chi non ha rifiutato il licenziamento – prosegue Jennifer Pavani – ha conciliato ottenendo una buonuscita, che si aggira sui 50mila euro lordi per ogni dipendente, somma che permette una certa tranquillità per un anno, a cui si aggiungono due anni di Naspi».
I dipendenti che stanno beneficiando dell’ammortizzatore della Naspi (indennità mensile di disoccupazione), stanno frequentando, contestualmente, corsi di aggiornamento obbligatori promossi dal Centro per l’impiego di Ferrara e altri corsi finalizzati all’apprendimento e al perfezionamento dell’uso del pc.
Durante i mesi bui dell’inverno scorso, tra scioperi e presidi a oltranza all’esterno dell’azienda, l’attenzione mediatica consentì di portare alla luce drammi familiari di coppie, anche giovani, con mutui ancora da pagare, che da un giorno all’altro si erano viste scippare il futuro. «In azienda lavorava anche mio marito – prosegue Pavani – ma lui cade direttamente in pensione dopo la Naspi; ma ci sono altri 3 o 4 colleghi nella stessa posizione, mentre qualcuno, con la buonuscita ha deciso di pagarsi un anno di contributi, per andare in pensione».
Dario Zaghi è tra coloro che hanno subito trovato un nuovo posto di lavoro e «come me la gran parte di chi sta già lavorando si è reinserita nel settore metalmeccanico, mentre qualcuno dei dipendenti più giovani – commenta l’ex lavoratore della Regal Rexnord – ha conseguito la patente C o superiore ed ora lavora per aziende di trasporti». Sono ancora una decina i dipendenti ancora da ricollocare, che beneficeranno della cassa integrazione straordinaria, sino a fine dicembre.
Il sindaco Samuele Neri sta continuando a monitorare la vicenda e, dicendosi fiducioso, precisa che «anche l’immobile, dopo lo sgombero dei macchinari, sarà messo in vendita sul libero mercato a un prezzo che fa capo alla trattativa tra privati. Il capannone è di recente costruzione e presenta tutti i crismi sulla sicurezza, anche in materia antisismica. È stato infatti realizzato dopo il 2012. La gran parte dei dipendenti ha trovato un nuovo impiego, subito dopo la chiusura del contratto di lavoro con Regal Rexnord e qualcuno si è licenziato quando la trattativa era ancora in corso. Da parte dell’amministrazione l’attenzione resta alta. Noi continueremo a monitorare».
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