La Commissione Ue sgambetta la costruzione della Cispadana, cosa succede
La mancata concessione dell’autostrada A22 alla società Autobrennero farebbe sfumare il sogno dell’autostrada regionale
Ferrara La lunga saga dell’autostrada Cispadana regala un nuovo capitolo della sua sventura. Voluta a gran voce e altrettanto a gran voce osteggiata, i piani per la sua realizzazione ora si scontrano direttamente con le regole dell’Unione europea. La Commissione Ue ha infatti inviato una lettera al Governo contestando punti fondamentali del nuovo codice degli appalti che interessano direttamente il rinnovo della concessione dell’autostrada A22 alla società Autobrennero, la stessa che dovrà realizzare la Cispadana, ovvero il “futuro” collegamento autostradale tra A22 e l’asse Bologna-Padova, che ovviamente riguarda direttamente anche il territorio ferrarese (Cento, Sant’Agostino, Poggio Renatico e Ferrara i comuni interessati).
La Commissione ha messo in mora l’Italia, chiedendo correttivi al codice degli appalti sotto la “minaccia” di una nuova procedura di infrazione (già avviata nel 2018 e poi sospesa nel 2024 a seguito dei correttivi apportato al codice). I problemi sollevati da Bruxelles, per quel che interessa la Cispdana, sono di due tipi e collegati tra loro.
Project financing
Il primo è relativo alla finanza di progetto – o project financing – che è anche la modalità con la quale si vorrebbe realizzare l’autostrada regionale. Secondo la commissione, nelle regole italiane c’è troppa discrezionalità in capo alle amministrazioni aggiudicatrici, cosa che limiterebbe di molto la concorrenza nella scelta dei progetti. Il rischio sarebbe che, alla fine, le amministrazioni compiano trattative opache per scegliere il partner, e per scongiurare tale rischio non basta la pubblicazione nella sezione “amministrazione trasparente” nei siti web istituzionali.
Prelazione
La seconda questione, legata alla prima, è relativa al “diritto di prelazione” che il codice degli appalti riconosce a chi propone il progetto. In base a questa norma, il proponente può anche non vincere il bando di gara, ma ha il diritto di estromettere il vincitore se si impegna a rispettare le stesse condizioni da esso proposte e pagare una specie di rimborso spese all’estromesso. Secondo la Commissione europea questo tipo di procedura realizza, in sostanza, una concorrenza solo di carta e, anzi, potrebbe facilmente prestarsi a eludere le norme europee sulla concorrenza, non discriminazione e parità di trattamento, permettendo alle amministrazioni di scegliere il partner privato senza passare per un reale confronto competitivo che è il fondamento di un qualsiasi bando di gara.
L’Italia ha due mesi per rispondere ai rilievi e convincere i commissari della correttezza della regole del nuovo codice degli appalti. In caso contrario la Commissione potrebbe emettere un “parere motivato” e poi potrebbe portare il tutto davanti alla Corte di Giustizia e aprire una procedura di infrazione e nel caso di condanna, potrebbero arrivare salate conseguenze finanziarie. Ci sono già state delle prese di posizione da parte del ministero delle Infrastrutture, che sembrano voler mantenere intatta la struttura delle norme contestate, segnalando invece incongruenze nelle posizioni della stessa Commissione che aveva dato iniziale parere positivo al codice.
La Cispadana
La questione tocca in ogni caso direttamente Autobrennero e indirettamente la Cispadana dato che anche la realizzazione di quest’ultima dipende dal meccanismo della finanza di progetto e vede in Autobrennero il socio di maggioranza della società Arc che dovrebbe realizzarlo e per la quale il mantenimento della concessione dell’A22 è fondamentale.
È qui che si intreccia tutta la vicenda, che vede ora un ulteriore livello di problematicità dopo che a giugno il ministero delle Infrastrutture aveva già sospeso fino al prossimo 30 novembre il rinnovo della concessione dell’A22. E lo aveva fatto a seguito di un parere della Commissione europea che aveva espresso forti dubbi proprio sul diritto di prelazione a favore di Autobrennero previsto nel bando. Su questa questione si attende ora il giudizio della Corte di giustizia europea.
Quello dell’autostrada Cispadana è un progetto che ha avuto una lunghissima gestazione e moltissimi ostacoli di varia natura, non solo di tipo burocratico.
Molte anche le voci critiche, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale che di quello della utilità di una infrastruttura del genere – con tutti i relativi costi di realizzazione: 1,3 miliardi di euro quelli previsti – anziché di una strada a scorrimento meno impattante ma che garantisca comunque un traffico più spedito nella direttrice Reggio Emilia-Ferrara.
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