Il granchio blu diventa paté per cani: l’industria petfood sbarca a Goro
La sperimentazione nella sacca di Scardovari: il prodotto arriva sul mercato
Goro Da predatore alieno il granchio blu si è trasformato in opportunità, non solo grazie all’esportazione di ingenti quantitativi nei mercati della Corea del Sud e degli Stati Uniti, ma anche in virtù del nuovo impiego nell’industria del pet-food. Sembra proprio che il crostaceo dal carapace blu cobalto possa diventare un business per tutto l’indotto che ruota attorno alla produzione di alimenti per cani e gatti.
A fare da apripista i cugini molluschicoltori della sacca di Scardovari, colpiti, tre anni fa al pari dei colleghi delle lagune di Goro e Comacchio, dall’invasione del granchio giunto dai mari tropicali. Stiamo parlando del consorzio polesano “Fil Blu”, in collaborazione con le Università di Milano e Padova e con il consorzio dei pescatori del Polesine affiliato a Confcooperative, unitamente alla startup Feed from Food, azienda veneta di petfood e ad una catena di negozi specializzati.
La sperimentazione è stata avviata un anno fa, grazie all’acquisto di macchinari sofisticati, idonei alla trasformazione del granchio blu in gustosi patè da somministrare agli animali da affezione. Il prodotto, già testato, sta per essere immesso nei circuiti di vendita italiani al prezzo di 1,75 euro circa a confezione. Il ricavato dalla vendita sarà inizialmente reinvestito per l’acquisto di un ulteriore macchinario, necessario a trasformare il granchio in farina. Per la sindaca di Goro, Marica Bugnoli, «se così fosse, sarebbe un’ottima opportunità. Sarà necessario vedere nel tempo gli sviluppi dell’iniziativa, tenuto conto che ad oggi per lo smaltimento vengono riconosciuti 1,50 euro al chilo dalla Regione, altrettanti dal Commissario straordinario, mentre al pescatore va solo un euro. Il medesimo importo viene riconosciuto anche per il granchio destinato alla commercializzazione. Nel 2025 sono state lavorate quantità importanti di granchio blu, destinate soprattutto all’estero, ma lo si fa per tenere occupati i lavoratori, togliere quanto più possibile la specie ittica dall’acqua e ridurre i costi di smaltimento».
«Ogni giorno si pescano tonnellate di granchio blu (anche più di 10, mentre nei tempi più critici della proliferazione si arrivava a 70 tonnellate al giorno), ma ancora, come rileva la sindaca di Goro «non c’è un guadagno effettivo. Si lavora, purtroppo, quasi in perdita. È un delicato equilibrio che tende alla perdita».
Sono circa 3.200 i venericoltori del delta del Po, 1400 dei quali operano nella Sacca di Goro, e circa 300 negli allevamenti in concessione ai colleghi comacchiesi. Lo sbarco del crostaceo alloctono nell’industria del cibo per animali sarà sicuramente una delle novità da condividere nel corso del sopralluogo previsto per oggi nella sacca di Goro da parte del commissario straordinario per l’emergenza Enrico Caterino.
Dopo la drammatica mareggiata che una settimana fa ha pesantemente aggredito il litorale comacchiese e quello romagnolo, provocando nella sola sacca di Goro, la caduta del 60% dei recinti posti a protezione degli allevamenti di vongole veraci, il commissario straordinario ha colto l’invito dei pescatori e questa mattina controllerà de visu la situazione. «Sono più di 20 le cooperative che hanno subito danni ai recinti e ai pali di protezione delle concessioni di vongole – interviene Vadis Paesanti, vicepresidente di FedAgriPesca Confcooperative Emilia-Romagna –: i granchi potranno entrare e divorare la polpa delle vongole che stavano crescendo nei vivai. Le raffiche di vento, spinte fino a 100 chilometri orari, hanno distrutto i recinti. Occorre salvare il salvabile, acquistando e posizionando nuove strutture di protezione».
Mentre la Regione Emilia Romagna con l’ultimo stanziamento da 1 milione di euro ha coperto le spese di smaltimento del granchio blu, anche le risorse che entro novembre saranno erogate dal piano Caterino prevedono la copertura delle spese di smaltimento. La speranza è ora quella di poter ottenere contributi non solo per l’acquisto di novellame, ma anche per nuovi recinti, facendo leva sul budget a disposizione del commissario straordinario. Ma prima, il sopralluogo.
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