Caporalato, le proposte del Pd di Bondeno: «Più controlli ed inclusione»
Perquisizioni anche a Bondeno negli scorsi giorni contro lo sfruttamento. Corradi (Pd): «Criticità strutturali, soprattutto nel settore agricolo»
Bondeno Il tema del caporalato non risparmia il territorio bondenese come emerso dalle accuse mosse a vari imprenditori, di cui un ferrarese, che facevano entrare in Italia braccianti con documenti falsi mettendoli a lavorare in condizioni estreme e senza alcuna tutela.
Su questo fenomeno di sfruttamento è intervenuto il segretario Pd di Bondeno Tommaso Corradi: «Quanto emerso sul tema caporalato e sfruttamento dei lavoratori conferma purtroppo una realtà dolorosa e inaccettabile che affligge anche il nostro territorio. È fondamentale sottolineare le criticità strutturali che alimentano il fenomeno del caporalato, soprattutto nel settore agricolo. È necessario accendere i riflettori su queste situazioni gravi che minano il tessuto sociale ed economico della nostra comunità, spesso a danno di persone in condizione di fragilità».
«I dati non mentono – prosegue Corradi – e l’incremento di più del 40% della popolazione straniera negli ultimi 5 anni a Bondeno evidenzia una trasformazione demografica che richiede una governance politica e sociale attenta. Un tale incremento non ha eguali nei comuni confinanti con Bondeno, dove l’aumento medio è inferiore al 20%. Vuol dire che a Bondeno gli stranieri sono aumentati a velocità più che doppia rispetto agli altri comuni limitrofi. È urgente analizzare questo dato in maniera seria per mettere in campo azioni di governo del territorio che mancano da troppo tempo. Non possiamo permettere che la necessità di manodopera, o la fragilità di chi cerca lavoro e una vita dignitosa lontano dal proprio Paese, diventi il terreno fertile per l’illegalità e la schiavitù moderna».
Secondo il segretario Pd «la lotta al caporalato non si vince solo con le operazioni di polizia, per quanto essenziali. Serve una strategia su più fronti: il potenziamento dei controlli e delle ispezioni sui luoghi di lavoro, un sostegno attivo e inclusione per i lavoratori stranieri e non, garantendo alloggi dignitosi e percorsi di regolarizzazione del lavoro e integrazione sociale ed inoltre serve una responsabilizzazione della filiera produttiva, affinché l’intera catena del valore agricolo sia trasparente e libera da ogni forma di sfruttamento. Inoltre serve un investimento in politiche di integrazione (lingua, formazione, alloggi) per assicurare che l’aumento della popolazione straniera sia una risorsa per la comunità, e non una vulnerabilità da sfruttare».
«È nostro dovere – conclude Corradi – come Partito Democratico non solo denunciare lo sfruttamento, ma anche lavorare affinché nessuno nel nostro territorio debba vivere nell’ombra dell’illegalità, garantendo dignità, legalità e inclusione sociale per tutti. L’impegno delle forze dell’ordine ci mostra la strada, ora tocca alla politica fare la sua parte con azioni strutturali e concrete».
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