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Il caso

Bimbi lasciati senza palestra. A Scortichino la ginnastica si fa in cortile

Bimbi lasciati senza palestra. A Scortichino la ginnastica si fa in cortile

Protestano le famiglie degli alunni della scuola primaria: «Il problema è noto dall’estate, ma nessuno si è mosso per risolverlo»

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Scortichino Alla scuola primaria di Scortichino l’anno scolastico è iniziato con una doppia mancanza che ha lasciato perplessi molti genitori: niente palestra e nessun servizio di trasporto per consentire ai bambini di svolgere attività motoria nella palestra di Bondeno. Una situazione che si conosceva già dall’estate, ma che – a metà ottobre – non ha ancora trovato un piano B. Gli alunni delle classi quarte e quinte si ritrovano così, ogni settimana, a dover rinunciare all’educazione fisica: quando il tempo lo permette, le lezioni si svolgono nel cortile esterno; ma basta un acquazzone o un taglio dell’erba per bloccare tutto. L’atrio interno, per motivi di sicurezza, non è utilizzabile, e l’alternativa - semplicemente - non esiste.
«È incredibile che a ottobre i bambini non abbiano ancora un luogo dove fare ginnastica – protestano i genitori –: da mesi si sapeva che la palestra non era disponibile, ma nessuno ha pensato a una soluzione concreta».
Come se non bastasse, negli ultimi giorni è esploso anche un secondo problema: la gestione della mensa del mercoledì. A partire dal 15 ottobre, il termine delle lezioni per le classi IV e V è stato fissato alle 12.50, con rientro in aula alle 13.50 per le attività pomeridiane. Un’ora in cui gli alunni restano a scuola per il pasto, ma in assenza delle insegnanti e con il personale Ata impossibilitato a sorvegliarli. Il Comune di Bondeno ha comunicato che la sorveglianza verrà affidata a un operatore di Spazio 29, il doposcuola gestito da una cooperativa, ma a pagamento e solo per i bambini iscritti al servizio.
Tradotto: chi non aderisce a Spazio 29 deve andare a prendere il figlio a scuola, fargli mangiare il pranzo a casa e riportarlo dopo appena un’ora. «È una follia – raccontano alcuni genitori –: o paghi per un servizio privato, o devi organizzarti come puoi. Ma per chi lavora è impossibile. Non è una scelta, è un obbligo mascherato». Durante l’ultima riunione con i rappresentanti di classe, la questione è esplosa in tutta la sua evidenza. Le famiglie lamentano di non essere state informate per tempo e di trovarsi, a ottobre, con problemi che si potevano prevedere e gestire mesi fa.
«Si parla tanto di inclusione e di servizi alla famiglia – commenta un papà – ma qui sembra che si sia persa la bussola. Manca la palestra, manca la sorveglianza, manca l’organizzazione. E intanto i bambini pagano le conseguenze».
La speranza dei genitori è che il Comune e la scuola trovino rapidamente una soluzione condivisa, per garantire ai bambini un servizio scolastico degno di questo nome. Perché l’educazione, anche quella fisica, non può dipendere dal meteo o dal portafoglio delle famiglie.
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