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Come difendersi dai truffatori, i consigli di Poste Italiane

Come difendersi dai truffatori, i consigli di Poste Italiane

L’esperta Alessandra Mariotti svela le tecniche più usate nei raggiri online

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Ferrara «Un truffatore non può fare nulla senza di te» è lo slogan della campagna di informazione di Poste Italiane per contrastare le frodi online. Tutti i cittadini che operano online con il proprio conto possono evitare spiacevoli sorprese seguendo semplici regole e una serie di consigli utili che possono trovare nella sezione dedicata alla sicurezza del sito poste.it.
Ne abbiamo parlato con Alessandra Mariotti, responsabile fraud management di Poste Italiane macro area Centro Nord. La buona notizia è che nel 2024 gli istituti finanziari sono riusciti a bloccare il 74% delle frodi prima che producessero danno ed un 5% è stato recuperato dopo la prima movimentazione. Ma il dato a cui porre attenzione è che l’82% delle frodi effettive viene compiuto direttamente dal cliente legittimo, manipolato tramite tecniche di social engineering (Sms/telefonate messaggi in WhatsApp o social) ed è per questo motivo che l’informazione è fondamentale per contrastare questo fenomeno, per rendere il cliente più consapevole di queste dinamiche e rafforzare il suo ruolo attivo per proteggersi dalle truffe.
Come possiamo riconoscere in tempo che si sta trattando di un tentativo di frode?
«È fondamentale prestare attenzione al tono del messaggio e al contenuto della richiesta che viene fatta con i contatti successivi. Questo tipo di messaggi sono caratterizzati da toni allarmistici e informano le potenziali vittime di una minaccia che incombe sui risparmi presenti nei conti e/o carte: questa è la prima fase di un tentativo di frode che sfrutta l’ansia e il panico. Il messaggio tipo più frequente è cambiato, se quello precedente recava un link oggi si presenta come la notifica di un’operazione di bonifico invitando il cliente a chiamare un numero di telefono se intende bloccarlo. Una volta contattato quel numero la vittima viene manipolata dai frodatori che, spacciandosi per operatori degli istituti bancari o operatori antifrode, convincono i clienti ad eseguire trasferimenti di denaro o presso sportello o tramite home banking».
Quindi oltre ad sms o mail il cliente poi viene contattato telefonicamente, cosa fare in questi casi?
«Aumentano i casi di truffe telefoniche, spesso con un primo contatto via messaggistica. Il punto fondamentale che dà al nostro cliente la certezza che si tratta di un frodatore, è ricordare che Poste Italiane non chiede mai e per nessun motivo a nessun cliente di operare bonifici e/o postagiro e/o ricariche verso Iban di presunti “funzionari di Poste” per mettere in sicurezza i conti dei clienti, non chiede dati personali, codici, credenziali o codici autorizzativi».
Le fasce d’età più colpite?
«Il fenomeno delle frodi colpisce tutte le fasce d’età, ma le più colpite restano quelle dai 45 anni in su, che rappresentano circa il 66% delle vittime; per gli over 60 il trend si aggira intorno ad un 33%».
La tecnica dello spoofing è ancora possibile?
«Si, anche se le nuove misure introdotte in Italia il 19 agosto hanno significativamente ridotto le chiamate spoofate provenienti da numeri fissi dall’estero. Tuttavia le organizzazioni criminali si stanno già adattando, sposando le loro strategie su altri vettori come numeri mobili italiani le chiamate internazionali non in roaming che saranno bloccate progressivamente. Ricordiamo che i frodatori, attraverso la tecnologia dello spoofing, possono far apparire messaggi sms e/o telefonate come provenienti da numeri affidabili come Poste, Polizia o altri enti. C’è ancora tanto da fare in questa direzione. È essenziale non fornire mai dati personali e sensibili al telefono, in caso di dubbio verificare sempre l’identità di chi ti contatta attraverso canali ufficiali e segnalare i numeri e le chiamate sospette alle autorità competenti».
Quali i consigli utili?
«È fondamentale curare la privacy delle nostre informazioni personali, che spesso i frodatori carpiscono anche attraverso i social. Indispensabile inoltre è sviluppare sempre un ragionevole dubbio prima di aderire agli “inviti” che provengono con la messaggistica. Infine, non cliccare i link o comunque, non proseguire fornendo credenziali, password, codici di accesso e altre informazioni utili. Segnalare subito il fatto al numero di assistenza clienti e recarsi immediatamente a sporgere denuncia». 
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