Il biometano conteso si farà, ricorso in ritardo del Comune di Ferrara
La centrale a biometano di Gaibanella sarà realizzata: lo ha deciso il Tar che non ha nemmeno preso in considerazione il ricorso del Comune perché presentato fuori tempo massimo
Ferrara Irricevibile, perché depositato tardi rispetto ai termini (dimezzati) previsti dalla legge per gli impianti da finanziare tramite il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza. È la sorte del ricorso presentato dal Comune di Ferrara al Tribunale amministrativo per l’Emilia-Romagna per annullare tutti gli atti procedurali per l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto per la produzione di biometano di Gaibanella. I motivi della decisione sono stati pubblicati nei giorni scorsi.
L’Amministrazione comunale, a inizio anno, aveva annunciato di aver presentato ricorso. Cosa che è effettivamente avvenuta, con notifica dell’atto il 14 marzo ma deposito effettivo l’11 aprile. Parliamo di date perché contano molto in questo caso, essendo il motivo per il quale il tribunale amministrativo ha ritenuto che il ricorso fosse irricevibile – senza dunque nemmeno entrare nel merito della questione – e ha a che fare con le norme introdotte per accelerare i lavori finanziati con il Pnrr (che, come si sa, hanno una “data di scadenza” superata la quale le risorse stanziate per la realizzazione non vengono concesse).
Essendo il progetto presentato dalla società BioFe finanziato con risorse del Pnrr, tutti i tempi processuali sono dimezzati per legge. Ecco quindi che il ricorso è arrivato oltre i 15 giorni di tempo previsti per impugnare i relativi atti amministrativi, in questo caso quelli adottati da Arpae a gennaio di quest’anno che hanno portato all’autorizzazione per la costruzione della centrale per la produzione di biometano da biomasse di origine vegetale e reflui zootecnici, biomasse agricole e sottoprodotti della filiera agroalimentare. Il progetto, ed è un dato importante, era però stato dichiarato di pubblica utilità, indifferibile e urgente perché tali impianti sono considerati opere strategiche per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione.
In sede di conferenza dei servizi, il Comune di Ferrara aveva espresso parere sfavorevole alla realizzazione dell’impianto e alla concessione in deroga del permesso di costruire e, almeno in un primo momento, sembrava che Arpae avesse preso atto di questa posizione, con tanto di preavviso di diniego comunicato alla società BioFe. Che però aveva formulato delle osservazione che, alla fine, hanno fatto cambiare parere all’Agenzia regionale, fino alla concessione di tutti i permessi, contro i quali il Comune ha deciso di agire in giudizio. Troppo tardi però, almeno secondo i giudici, che hanno accolto i rilievi sia di Arpae che di BioFe: l’accesso ai fondi Pnrr ha dimezzato tutti tempi di processuali, a nulla valendo l’osservazione della difesa del Comune sul fatto che l’iter era stato avviato prima che l’impianto venisse inserito tra le opere finanziabili con quello strumento. L’unica, magra consolazione è la compensazione delle spese di lite «per la novità delle questioni affrontate e la peculiarità della fattispecie esaminata».
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