Primo e Aldina, un amore più forte della malattia
Dopo un ictus e l'intervento del 118 che le ha salvato la vita, Aldina è stata trasferita all'ospedale di Argenta, dove i due vivono. Lui la assiste tutti i giorni: «Ho compiuto gli anni, il più bel regalo è che ora mia moglie è qui a due passi da casa»
Argenta Primo Gallerani, 76 anni e Aldina Fabi, 73 anni, sono marito e moglie. Vivono ad Argenta e sono insieme da una vita, sia nella gestione di un campeggio ai Lidi sia nell’ex macelleria di via G. Bianchi ad Argenta. Il 2 ottobre, però, Aldina ha accusato un malore grave tanto da essere ricoverata all’ospedale di Cona. “Primon” - come tutti chiamano ad Argenta l’ex presidente della bocciofila - non l’ha mai abbandonata: da allora avanti e indietro ogni giorno da Argenta e Cona, il linea con ciò che sta facendo da anni accompagnando la moglie ovunque per ogni esigenza.
Dal 2 ottobre però la vita in casa si è interrotta ed è lui stesso che vuole raccontare cosa è capitato: «Erano le 8 circa e mia moglie era in bagno, ma quando sono entrato era in terra. L’ho aiutata a sedersi, poi le ho fatto la doccia ed è lì che mi sono accorto della bocca storta: ho capito la gravità e assieme a mio nipote abbiamo chiamato il 118. Nel giro di pochi minuti è arrivata l’ambulanza dal nostro ospedale e due angeli hanno capito cosa è successo: “La portiamo subito a Cona” mi hanno detto. All’ospedale l’hanno subito ricoverata nella clinica neurologica 3D2 e giorno per giorno le terapie hanno dato risultati straordinari». Fin qui una situazione analoga a tante altre. Dietro a questa disavventura che per alcuni giorni ha costretto Aldina e Primo a non vivere sotto lo stesso tetto, c’è il lieto fine con sorpresa. «Mercoledì dopo 13 giorni di ricovero, mia moglie è stata dimessa da Cona e l’hanno ricoverata al nostro ospedale per continuare la riabilitazione. I danni provocati dall’ictus si vedranno col tempo però è come se fosse tornata a casa. Colgo l’occasione per ringraziare con tutto il cuore il personale del 118 di Argenta e quello della clinica neurologica di Cona, un reparto con tanti giovani. Prima di partire, una persona gentile in camice bianco, mi ha detto che se Aldina è viva è merito mio che ho chiamato i soccorsi; i primi minuti sono fondamentali. Ho risposto che se è viva è merito loro, che troppo spesso la gente arriva a insultare per non dire peggio, e invece questi professionisti corrono per noi. La sorpresa? Giovedì ho compiuto 76 anni: è il più bel regalo che mi si potesse fare perché mia moglie è qui a due passi da casa. Nel mondo d’oggi può sembrare poca cosa ma non è così, almeno per me».
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