Macachi di Unife, la Cassazione ha deciso: non verranno sequestrati
Inammissibile il ricorso del pm ferrarese che indaga per abbandono di animali
Ferrara La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Ferrara in merito al richiesto sequestro dei macachi usati dall’Università di Ferrara per le ricerche di neurofisiologia. La decisione è stata presa dalla Terza sezione al termine dell’udienza tenutasi il 15 ottobre scorso.
Anche il sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione Pietro Molino aveva chiesto che il ricorso fosse dichiarato inammissibile motivando sul venire meno del pericolo e per la «mancata prova del protrarsi della situazione di maltrattamento degli esemplari faunistici, a seguito del loro trasferimento in altra struttura dedicata sita al di fuori dei confini nazionali». Nella sostanza, il trasferimento dei macachi in una struttura specializzata per il loro recupero situata in Spagna ha comportato che non siano più in una situazione di pericolo – vera o presunta – e dunque viene meno il requisito necessario per il loro sequestro. Per gli indagati nel procedimento sul presunto abbandono degli animali – la rettrice Laura Ramaciotti (assistita dall’avvocato Marco Linguerri), il suo predecessore Giorgio Zauli, il professor Luciano Fadiga e il veterinario Ludovico Scenna, componente dell’Organismo preposto al benessere animale dell’Università di Ferrara – è certamente una vittoria importante. Ma non è detto che il rovescio sia una sconfitta per la Procura: se la motivazione adottata dai giudici (e ancora non nota) fosse la stessa “suggerita” dal procuratore generale, di fatto verrebbe solo determinato che oggi gli animali non siano attualmente in pericolo, senza indicazioni riflessi sul pregresso.
L’indagine avviata dal pm Andrea Maggioni è relativa al trattamento che Unife avrebbe riservato ai macachi Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Archimede (e Orazio, deceduto nel frattempo), utilizzati per la sperimentazione animale dal Dipartimento di neuroscienze e riabilitazione, ed è basata sull’ipotesi che le condizioni di stabulazione non fossero idonee a garantirne il benessere. L’indagine era stata azionata dall’esposto delle associazioni animaliste Animal Liberation e Limav, assistite dall’avvocato David Zanforlini, che avevano effettuato anche alcuni sit-in e manifestazioni per chiedere la liberazione dei macachi e il loro sequestro e che avevano poi accolto come una vittoria la decisione dell’Ateneo di trasferirli in Spagna.
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