Carichi insostenibili e poche tutele. Medici di base in sciopero anche a Ferrara, quando
Il Sindacato nazionale autonomo medici italiani ha indetto uno sciopero generale: “no” al ruolo unico, formazione rinnovata, congedi parentali e meno burocrazia
Ferrara «Era da anni che non veniva indetto uno sciopero del genere a livello nazionale ma è ora di farci sentire per rivendicare migliori condizioni di lavoro ed assicurare un adeguato livello di prestazioni sanitarie». Sono parole che non lasciano adito ad interpretazioni quelle di Riccardo Vaccari, presidente provinciale del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani (Snami) che per il 5 novembre ha indetto uno sciopero nazionale dei medici di base. L’astensione dal lavoro entrerà in vigore, per i medici di famiglia, dalle 8 fino alle 20 e dalle 20 alle 24 per la guardia medica. Saranno comunque garantite le prestazioni inerenti al soccorso urgente.
Il primo punto sul quale si focalizza lo sciopero è quello del nuovo “ruolo unico” dei medici di base: «Prima – spiega Vaccari – l’attività di ambulatorio era slegata da quella di guardia medica. Ora i nuovi medici dovranno obbligatoriamente svolgere ore di prima assistenza notturna in quantità inversamente proporzionale ai pazienti che hanno in carico. Questo crea grosse problematiche: l’orario lavorativo si dilata enormemente e viene resa praticamente insostenibile la vita privata. Ad esempio, un medico di base con 350 pazienti deve svolgere obbligatoriamente anche 38 ore settimanali di guardia medica che si somma all’attività ambulatoriale. Così facendo viene messa a rischio la qualità del servizio che poi viene offerto ai pazienti. In questi anni inoltre sta avvenendo un importante ricambio generazionale tra i medici. Oltre la metà sono donne e ritorniamo all’insostenibile equilibrio tra lavoro e vita personale ed affettiva».
Anche il tema della formazione non è secondario: «A livello nazionale i percorsi formativi sono due distinti. Quelli per medici di famiglia non ha un vero riconoscimento universitario ed è poco appetibile. Inoltre ci sono anche differenze nette, in negativo, di retribuzione rispetto agli specializzandi. Tutto ciò rende il ruolo decisamente poco appetibile».
Snami chiede più tutele anche sui congedi: «Da questo punto di vista, paghiamo l’avere un contratto ancora vecchio che non ci garantisce congedi parentali adeguati. Sotto questo aspetto l’essere convenzionati col sistema sanitario nazionale porta obblighi ma ben poche tutele».
Infine, si arriva alla troppa burocrazia: «Oggi – conclude Vaccari – passiamo ancora ore a compilare piani terapeutici, richieste ed impegnative. In molti casi questa burocrazia viene scaricata su di noi dagli specialisti i quali dovrebbero redigere certificati di malattie o, ad esempio, moduli per prestazioni sanitarie come una Tac. Invece sono i medici di base a doversi sobbarcare anche questa grande mole di lavoro, tra l’altro in gran parte cartacea. Chi può riesce a delegare almeno l’attività di scansione ed invio ai segretari, pagati dal medico stesso, ma non tutti possono permetterselo».
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