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Personale al collasso alla Rsa Santa Chiara di Ferrara. «Maggior attenzione e più rispetto»

Personale al collasso alla Rsa Santa Chiara di Ferrara. «Maggior attenzione e più rispetto»

I sindacati Cgil e Csil: «Operatori in turno costretti a lavorare con un’unità in meno. Contratto Anaste tra i più deboli del settore socio-assistenziale»

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Ferrara Alla Rsa Santa Chiara la situazione resta critica. A denunciarlo ancora una volta sono Fp Cgil e Cisl Fp, che parlano di «condizioni di lavoro insostenibili» e di un «sistema al collasso». Dopo tavoli di confronto e promesse mancate, i sindacati tornano a chiedere un intervento immediato per garantire dignità al personale e agli ospiti della struttura del gruppo Salus.

«A distanza di oltre un anno dall’avvio del confronto con la direzione nulla è cambiato – annunciano congiuntamente –. Gli organici restano insufficienti, i carichi di lavoro altissimi e la gestione continua a privilegiare il risparmio rispetto alla qualità del servizio». La realtà quotidiana di infermieri e operatori socio-sanitari, spiegano, è fatta di turni massacranti e spesso sostenuti con un operatore in meno.

Oriana Pelosi, segretaria della Cisl Fp, conferma: «Denunciamo per l’ennesima volta un sistema che priva lavoratori e lavoratrici dei loro diritti. Al tavolo con il prefetto ci erano state promesse sei nuove assunzioni, ma ne sono arrivate solo quattro, e nel frattempo si sono registrate nuove dimissioni volontarie. È una situazione sul filo del rasoio, che non riguarda solo i salari ma il rispetto per chi ogni giorno tiene in piedi la struttura in condizioni disumane».

Un quadro confermato anche da Fabio Campagna, segretario Fp Cgil: «Il personale è allo stremo. In estate, invece di rinforzare i turni, l’organico ha lavorato con un operatore in meno in ogni turno. Il premio che avevamo richiesto serviva a riconoscere i sacrifici di chi ha retto il servizio in quei mesi e a evitare la fuga di lavoratori, ma la proposta è stata respinta. Oggi la struttura è poco attrattiva, e le promesse non bastano più».

A rendere ancora più tesa la situazione è la discussione sul contratto Anaste, «tra i più deboli del settore socio-assistenziale» e definito dalle sigle confederali «un contratto pirata». In vista dello sciopero nazionale del 31 ottobre, l’azienda avrebbe chiesto agli operatori di comunicare via mail entro lunedì la loro eventuale adesione: «Un atto indegno che limita la libertà sindacale», denunciano Cgil e Cisl.

La Rsa ospita 60 pazienti, seguiti in media da sei o sette operatori per turno. Durante l’estate, i turni sono stati coperti con un operatore in meno, con conseguenze dirette sull’assistenza: «Sotto organico non si riescono nemmeno a garantire i bagni– raccontano alcuni operatori al presidio di ieri mattina – una mancanza grave, soprattutto nei mesi più caldi».

Dopo lo stato di agitazione e il confronto con il prefetto, la richiesta dei sindacati resta la stessa: «Serve un cambio di passo, più rispetto per chi lavora e maggiore attenzione alla qualità del servizio. Perché dietro ogni assistenza ci sono persone, e senza dignità non può esserci umanità».

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