Pil in crescita nel post Covid ma Ferrara è l’eccezione negativa
La provincia estense è tra le poche in Italia ad arretrare rispetto al 2019. Sono solo altri 7 i capoluoghi italiani in recessione
Ferrara Mentre gli altri corrono, a Ferrara si arretra lentamente. La fotografia che la Cgia di Mestre fa all’economia provinciale in confronto con tutto il resto dell’Italia è impietosa. Ferrara è uno degli otto capoluoghi nei quali il prodotto interno lordo è addirittura peggiorato rispetto agli anni pre-Covid con una percentuale del -0,2%. Assieme a lei ci sono Terni, Potenza, Belluno, Siena, Genova, Frosinone e Firenze. Nel 2025 invece il Pil è cresciuto di appena lo 0,1% ed anche in questo caso solo altri sette capoluoghi italiani hanno fatto lo stesso o addirittura non hanno avuto una crescita.
Ciò non fa che confermare le enormi difficoltà del comparto produttivo ferrarese, già storicamente fanalino di coda in regione come si evince anche dall’attuale Pil per abitante che si ferma a 31.120 euro, dietro anche a quello di Ravenna (39.804 euro) e Rimini (37.405 euro). I restanti capoluoghi della regione superano invece i 40mila euro e Bologna anche quota 50mila.
Non sta pagando quindi la scelta dell’amministrazione comunale di puntare forte sul turismo, comunque in rialzo, per cercare di dare un impulso positivo all’economia. Si parla infatti di un settore che per caratteristiche intrinseche crea poco sviluppo e la cui produttività ha limiti strutturali evidenti. Banalmente, strutture come alberghi, stabilimenti balneari o ristoranti hanno tendenzialmente poco margine per aumentare stanze, ombrelloni o tavoli da servire. Inoltre in questo ambito gli stipendi tendono a restare bassi e stagnanti e tutti questi pesanti vincoli sono in parte presenti anche in un altro settore preponderante nell’economia ferrarese ovvero quello agricolo.
In Europa e in Italia
Come riporta sempre la Cgia «tra il 2019 e il 2025 il nostro Pil reale è aumentato del 6,4%, in Francia è salito del 5% e in Germania dello 0,2%. Solo la Spagna – prosegue la ricerca –può contare su una variazione positiva superiore alla nostra che ha raggiunto il 10%. La media dei paesi dell’Area dell’Euro si è attestata al +6,2%». Tra le regione italiane, quella che ha visto il proprio Pil aumentare maggiormente negli anni post Covid è stata la Sicilia con un +10,9% seguita da Lombardia (+9%) e Puglia (+8,9%). «Siracusa presenta la variazione positiva più importante – spiega l’associazione – con un Pil reale aumentato del 44,7%. Seguono Caltanissetta (+13, 5), Milano (+12,9), Taranto (+12,6) e Teramo (+12,1)».
Poco credito
Se da un lato l’economia ferrarese arretra per le ben note carenze strutturali, dall’altro anche il credito alle imprese non aiuta. Secondo i dati della Banca d’Italia nei primi sei mesi del 2025 il territorio provinciale ha visto una contrazione delle erogazioni che è arrivata al -5% con ben 115 milioni di euro che le banche hanno preferito tenere nei propri depositi o impiegarli in altro modo. Neanche a dirlo, si tratta della percentuale peggiore tra i capoluoghi dell’Emilia Romagna, anche se diminuzioni del credito concesso sono state rilevate anche nelle province di Bologna, Ravenna, Parma e Reggio Emilia.
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