Comacchio, campane a festa per Gioele: «Vogliamo salutarlo così»
La comunità si è stretta alla famiglia Fogli. La mamma legge una toccante lettera: «Mio figlio voleva fare il soldato. Aveva valori molto forti, era sempre presente»
 Comacchio Campane a festa per l’ultimo, straziante saluto a Gioele Fogli, il ventenne che ha perso la vita il 23 ottobre scorso, dopo un tragico volo dalla sua moto, mentre stava percorrendo la strada Acciaioli, all’altezza del Lido Pomposa. È così che la famiglia ha voluto dirgli ciao, davanti ad una grande folla che ha preso parte, ieri pomeriggio, alle esequie del giovane comacchiese celebrate nella concattedrale di San Cassiano da don Guido, da don Ruggero e da altri tre sacerdoti dell’Unità pastorale locale. In centro storico serrande abbassate, in segno di rispetto del lutto cittadino.
 Lo stesso parroco, al pari dei tanti, tra amici e conoscenti che affollavano le navate interne ed il sagrato del duomo, non ha saputo trattenere la commozione, ringraziando i genitori di Gioele per la richiesta, poi accolta, di far risuonare le campane a festa, anziché a lutto.
 «L’ho fatto e lo farò anche al termine del funerale – ha confermato don Guido con la voce rotta dal pianto -; non si muore a questa età. Questo è chiaro. È contro natura, contro logica. La nostra vita non è mai affidata al nulla. C’è sempre un disegno, anche se per noi quanto è accaduto è incomprensibile. Gioele ci ha lasciato un messaggio, perché ci costringe a riflettere sul senso della vita. Le cose non vanno avanti per caso».
   
 Le parole
 Girasoli e altri fiori colorati hanno incorniciato la bara, sulla quale era stata adagiata una foto del giovane comacchiese, ritratto accanto alla sua fiammante Yamaha, acquistata un paio di mesi prima del terribile schianto. Tra i tantissimi coetanei anche una nutrita schiera di scout, appartenenti a diversi gruppi, che non hanno voluto far mancare il loro affetto e la loro vicinanza alla famiglia di Gioele.
 
 Seduta nel banco centrale, in prima fila, mamma Ilenia, ha trovato il coraggio, per leggere, al termine delle esequie una toccante lettera scritta da suo marito Giovanni, il papà di Gioele, al quale è mancata la forza per essere presente. «Giovanni non ce la faceva – ha dichiarato mamma Ilenia, ricevendo un fragoroso applauso dalla folla – e si scusa». Sono seguiti i ringraziamenti al sindaco Pierluigi Negri, in duomo con la giunta ed il presidente del Consiglio comunale, alle insegnanti Rosanna ed Elena, ma anche agli allenatori e agli amici della palestra di Judo di Alfonsine, della Boxe Comacchio, della palestra New Sporting di Porto Garibaldi, sino agli amici scout e a quelli con cui Gioele praticava il softair. «Mio figlio viveva per questi valori: Dio, patria e famiglia. Il suo sogno era quello di arruolarsi nell’esercito, nonostante le attività di famiglia. Si sentiva un soldato al servizio del prossimo. Ci è stato affidato un dono – ha aggiunto mamma Ilenia -, ma resta una creatura di Dio, che lo ha voluto con sé. Noi tutti lo dobbiamo accettare e rimetterci alla sua volontà».
 
 Prima che il feretro lasciasse il duomo, hanno preso la parola Federica Felletti, titolare con il fratello Sauro della palestra New Sporting di Porto Garibaldi ed alcune amiche con la divisa da scout. «Resterà in noi il ricordo di un ragazzo timido, ma determinato – ha sottolineato Federica -; hai cominciato, Gioele, a frequentare la nostra palestra da bambino. Ci mancherà vederti arrivare da lontano con il casco addosso e vederti allenare. Non ti dimenticheremo mai». Un’altra amica scout, ha evidenziato come «bastavano uno sguardo, un gesto, una battuta detta a metà per capirci. Gioele ci ha lasciato la sua forza e il suo sorriso. Ciao, fratello – ha aggiunto l’amica -, ti ringrazio per ogni risata, per il silenzio e per ogni passo fatto assieme». L’amica Loris ha aggiunto che «ritroveremo Gioele nell’amore e nella bellezza della natura». 
 
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