La Nuova Ferrara

Ferrara

Il racconto

Donna salvata a Ferrara, il carabiniere: «Mi sono buttato per aiutarla»

Alessandra Mura
Donna salvata a Ferrara, il carabiniere: «Mi sono buttato per aiutarla»

Adriano Colella, 25 anni, racconta il soccorso nel fossato del Castello: «Mi sono venuti in mente gli ideali per cui ho scelto questo lavoro, una missione»

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Quando al Comando dei carabinieri di Ferrara è arrivata la notizia del salvataggio della donna che si era gettata nel fossato del Castello Estense, i colleghi di Adriano Colella non si sono affatto stupiti nell’apprendere che era stato proprio lui a compiere quel gesto così altruistico e coraggioso. Perché nei due anni trascorsi in servizio a Ferrara, sua prima destinazione terminata la Scuola Allievi di Campobasso, sua città natale, il 25enne carabiniere si era già fatto conoscere per il suo carattere generoso, la sua disponibilità e il suo attaccamento ai valori che lo hanno indotto a entrare nell’Arma dei carabinieri. Domenica mattina è stato quindi del tutto spontaneo per il giovane militare saltare dal muretto e tuffarsi per prestare aiuto a una signora di 43 anni in preda a una fortissima crisi di sconforto e a salvarle la vita. Facendole forse anche capire che nel mondo c’è ancora spazio per la bontà. Un gesto che, dice, non esiterebbe a rifare.
Potrebbe raccontarci come si è svolto il salvataggio e descrivere quei momenti così concitati, conclusi per fortuna con un lieto fine?
«Domenica mattina stavo percorrendo corso Martiri della Libertà con una collega della stazione di corso Giovecca, quando lei stessa si è accorta della presenza di una donna completamente nuda in piedi sul muretto di cinta del Castello Estense. Abbiamo quindi deciso di fermarci immediatamente per capire quali fossero le sue intenzioni e perché si trovasse lì in quelle condizioni. Abbiamo subito intrapreso un dialogo con lei, anche piuttosto empatico, per entrare in contatto con lei e cercare di aiutarla».
Cosa vi ha risposto la signora?
«Ci ha spiegato il motivo principale che l’aveva spinta a salire sul muretto, ovvero una forte delusione d’amore. Abbiamo fatto tutto il possibile per rassicurarla e per distoglierla dai suoi propositi, ma nonostante tutti i tentativi sia miei che della collega, all’improvviso la signora si è voltata e si è buttata nelle acque del fossato».

Tutto si è svolto in pochi attimi, non si poteva perdere nemmeno un secondo.
«La signora una volta caduta in acqua ha cominciato a chiedere aiuto, e vista la situazione di pericolo ho pensato che fosse giusto scendere giù anch’io per soccorrerla. Ho fatto il prima possibile, ho tolto il cinturone e la giacca, mi sono tuffato e l’ho raggiunta. La signora era molto spaventata, ma ha capito che ero lì per aiutarla e si è fatta aiutare. Ci siamo aggrappati a una balaustra, e poi sono intervenuti i vigili del fuoco, arrivati in modo molto tempestivo dopo la richiesta di ausilio. Dopo qualche minuti la signora è stata finalmente tratta in salvo».
C’erano altre persone nelle vicinanze mentre stavate intervenendo?
«No, non c’era tanta gente in quel momento, erano da poco passate le 7 di una domenica mattina».
Quali sono stati i suoi pensieri nel momento in cui ha visto la signora buttarsi in acqua?
«Mi sono subito venuti in mente gli ideali per cui ho scelto questo lavoro, che alla fine non è un lavoro perché noi abbiamo una missione, che è quella di aiutare gli altri. E soprattutto in situazioni in cui c’è in ballo la vita di una persona bisogna fare di tutto per aiutarla. Ora l’importante è che la signora sia al sicuro, in buone condizioni fisiche e affidata ai sanitari che sapranno come assisterla al meglio». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA