Rincari sui biglietti degli autobus a Ferrara, M5s e Pd incalzano la giunta
Malumori e proteste per l’aumento di 0,40 cent a corsa. «Aumenti oltre l’inflazione, senza confronto con gli utenti e le associazioni»
Ferrara Dal 1º novembre sono entrate in vigore le nuove tariffe del trasporto pubblico locale di Ferrara, con aumenti che hanno suscitato la protesta dei gruppi consiliari del Movimento 5 Stelle e del Partito democratico, che hanno presentato due interrogazioni al sindaco Alan Fabbri.
Come avevamo già riportato su La Nuova Ferrara, gli adeguamenti tariffari - previsti dalla proroga del contratto di servizio con Tper - riguardano i biglietti urbani ed extraurbani con incrementi che vanno dai 20 ai 40 centesimi. Il biglietto urbano passa da 1,50 a 1,90 euro (2,50 se acquistato a bordo), il giornaliero da 5 a 6,50 euro e il City Pass da 10 corse da 14 a 17,50 euro. Aumenti simili anche per le corse extraurbane, mentre restano pressoché invariati gli abbonamenti.
Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, attraverso la voce della capogruppo Marzia Marchi, denuncia come l’aumento del 27% superi ampiamente l’inflazione registrata negli ultimi anni, «rendendo confutabile la stessa motivazione dell’adeguamento inflattivo». La consigliera sottolinea inoltre la mancanza di miglioramenti effettivi nel servizio, con pensiline danneggiate e scarsa accessibilità per le persone con disabilità.
Anche il Partito democratico, con il consigliere Davide Nanni, interviene criticando la scelta del Comune e Provincia di avallare rincari così elevati «senza un preventivo confronto con utenti e associazioni dei consumatori». Nanni evidenzia che «Ferrara si ritrova con uno dei servizi di trasporto più cari della Regione, secondo solo a Bologna», a fronte di una frequenza delle corse «ancora feriale e insufficiente» e di un coinvolgimento nullo del Comitato consultivo degli utenti del trasporto Pubblico.
Il consigliere del Pd richiama inoltre gli obiettivi del Piano urbano della mobilità sostenibile, che punta a incentivare l’uso dei mezzi pubblici come alternativa all’auto privata, sostenendo che «aumenti di questa entità rischiano di ottenere l’effetto opposto». Entrambi i gruppi chiedono dunque chiarimenti al sindaco Fabbri e alla giunta sui criteri che hanno portato a questi aumenti, sui benefici attesi e sull’assenza di confronto con cittadini e associazioni, mentre le proteste di Federconsumatori e degli utenti si fanno sempre più sentire.
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