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La sentenza

Tentò di violentare una barista a Bondeno, condannato a due anni e mezzo

Daniele Oppo
Tentò di violentare una barista a Bondeno, condannato a due anni e mezzo

L’episodio si era verificato a luglio del 2024 in un locale. L’uomo aveva abbassato la serranda e trascinato la donna in bagno

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Bondeno Ubriaco, è entrato in un bar poco prima della chiusura, ha abbassato improvvisamente al saracinesca e poi ha puntato la barista, aggredendola e trascinandola verso i bagni in un chiaro tentativo di violentarla. Non ci è riuscito l’opposizione di lei e per l’intervento successivo di un suo amico e di un amico della donna, che erano fuori dal locale e sono riusciti a entrare e a fermarlo.

Un fatto avvenuto nel luglio dell’anno scorso, pare non il primo da parte dell’uomo, un giovane di nazionalità marocchina e con alcuni precedenti penali e di polizia. Un fatto per il quale ieri è arrivata una condanna a due anni e mezzo di reclusione da parte del giudice dell’udienza preliminare Andrea Migliorelli al termine del rito abbreviato scelto dalla difesa (sostenuta dall’avvocato Paolo Bicocchi). Anche il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ne aveva chiesto la condanna. L’imputato è arrivato in tribunale accompagnato dagli agenti della Polizia penitenziaria: è infatti già in stato di detenzione per una rapina.

Ma a suo carico sembra esservi anche dell’altro, ancora legato ad aggressioni sessuali e a un tentativo di violenza successivo a quello per il quale era ieri a processo, che avrebbe messo in atto pochi mesi dopo il primo episodio. In quell’occasione, infatti, non era stato fermato subito perché era scappato a gambe levate e per un po’ di tempo era risultato irreperibile. La ragazza lo aveva descritto e poi è stato individuato dalle forze dell’ordine di un’altra occasione, fino all’arresto per rapina che lo ha portato in carcere.

L’episodio di ottobre sembra coincidere con quello che era stato raccontato da La Nuova. In quell’occasione un uomo aveva cercato di abusare sessualmente di una barista – non è noto se si tratti della stessa persona del caso giudicato ieri –, che avrebbe dovuto accompagnare a casa in macchina, ma che avrebbe invece cercato di violentare. Prima girando in lungo e in largo per le vie del Bondenese, poi tentando un violento approccio sessuale. Anche in questo caso, tutto si sarebbe fermato al tentativo ma non per sua volontà: era stata la vittima – così aveva raccontato successivamente ai carabinieri – a riuscire a fuggire, approfittando di un momento di distrazione dell’aggressore e aprendo la portiera dell’automobile in movimento e lanciandosi in strada. L’uomo non avrebbe accennato a inseguirla, pensando anche in questa occasione a dileguarsi. La ragazza aveva così chiesto aiuto, trovandolo nei carabinieri di Bondeno, che l’avevano a lungo ascoltata, facendole ricostruire nel dettaglio la serata e costruendo un identikit del fuggitivo. Aveva ricevuto alcune settimane di prognosi dai sanitari.
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