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L’intervento

Via le casette dalla spiaggia di Porto Garibaldi, battaglia durata 17 anni

Katia Romagnoli
Via le casette dalla spiaggia di Porto Garibaldi, battaglia durata 17 anni

Il costruttore: «C’erano i permessi. Abbiamo perso tutti»

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Porto Garibaldi Ruspe in azione nella spiaggia libera di Porto Garibaldi, per dare seguito ai lavori di demolizione delle cosiddette “casette”, edificate nel 2008, di fianco al Park Emilio. L’amministrazione lagunare ha affidato, nei giorni scorsi, all’impresa Gma di Mesola, gli interventi finalizzati a radere al suolo i 4 alloggi costruiti 17 anni fa in forza di un regolare permesso di costruire, rilasciato dall’allora dirigente del settore tecnico.

La causa

I lavori, per un importo complessivo di 28. 010, 60 euro, prevedono la demolizione dell’edificio, della recinzione perimentrale con conseguente vagliatura e spianamento della sabbia su cui l’immobile è stato costruito. Tutte le spese quantificate dal Settore tecnico comunale ricadranno, inevitabilmente, sui costruttori. Si pone la parola fine su un braccio di ferro che si trascinava da 15 anni, dopo che l’autorizzazione concessa con atto dirigenziale fu impugnata ed annullata da un provvedimento sindacale, quando la costruzione dell’immobile era ormai ultimata. All’origine del provvedimento adottato dall’allora sindaca Cristina Cicognani, la contestazione dell’utilizzo di area demaniale pubblica, soggetta a speciali vincoli paesaggistici, per la realizzazione di alloggi abitativi, a 30 metri dal mare, destinati ad uso turistico. Dopo anni di battaglie giudiziarie ed amministrative, culminate dapprima in un sequestro dell’area e, nel 2021, con l’esproprio, nel corso dei quali i 4 alloggi, ribattezzati appunto “casette” erano andati incontro ad un progetto inarrestabile di degrado ed abbandono, la vicenda è giunta al capolinea. Alcuni anni fa naufragò anche l’alternativa alla demolizione, che si prefiggeva lo scopo di salvare il salvabile, ma attribuendo all’immobile una differente destinazione d’uso, trasformandolo in un asilo. Battaglie legali trascinatesi nel tempo, tra diversi gradi di giudizio (Tar, Consiglio di Stato, Corte Europea per i diritti dell’uomo), sono invece sfociate ad un punto di non ritorno che, oggi, è sotto gli occhi di tutti. I muri perimetrali delle “casette”, divenute in passato anche ricovero e giaciglio notturno per senzatetto, sono già caduti sotto l’azione dei martelli pneumatici e delle ruspe. Anche la bandiera di Cuba che, provocatoriamente, ha svettato sul tetto, è stata rimossa.

Il costruttore

Sull’annosa vicenda interviene Giovanni Simoni, uno dei costruttori che, nel 2007, aveva acquistato, dalla società “Degli Inn”, il lotto di terreno di viale dei Mille. «Dopo una penosa vicenda durata 14 anni, – commenta-, hanno dato fine alle casette. Le stanno demolendo, nonostante siano state costruite con regolare concessione edilizia del Comune di Comacchio; ma ahimè sono state erette sull’art. 13, che sfortuna, che scandalo! Quelle casette di cartone non sono le uniche costruite sull’art 13 e chi doveva controllare non ha controllato oppure ha fatto finta di controllare. Infine ci verranno addebitati pure le spese di demolizione, oltre a tutti i danni sostenuti fino ad oggi. C’è tanta delusione e dispiacere: qui non ci sono vinti o vincitori. Qui abbiamo perso tutti». 

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