Il Ferrarese perde i suoi manager, in 15 anni un calo del 36 per cento
Nel privato è il territorio che registra l’emorragia più marcata in tutta la regione. Forte anche il gap di genere, su 238 dirigenti, soltanto 31 sono donne
Ferrara Nell’arco di quindici anni, dal 2008 al 2023, la provincia di Ferrara ha registrato il maggior calo di figure manageriali nel settore privato in tutta la regione, diminuite del 36,36%, e non meno significativa - a conferma di un’erosione costante - la contrazione tra il 2022 e il 2023, pari al 2,86%, anch’essa la più alta dell’Emilia Romagna. Il Ferrarese è dunque il territorio in cui l’emorragia manageriale è più marcata, basti pensare che - nel quindicennio - la provincia più penalizzata dopo quella estense, ovvero Reggio Emilia - arriva a -13,86%, mentre dal lato opposto emerge Parma con +13,05%. La media emiliano romagnola indica sostanziale stabilità con -0,86%, mentre in tutta Italia il bilancio è positivo con +9,44%.
Rispetto al 2022, invece, in Emilia-Romagna i manager crescono del 3,5%, sopra la media nazionale. Bologna è la provincia con più dirigenti (+4%), seguita da Modena (+5,8%) e Rimini (+5,6%), che guida la crescita femminile (+14,7%). Positivi anche Parma, Reggio Emilia e Ravenna. Piacenza è stabile, mentre Ferrara (-2,86%) (-2,3%) e Forlì-Cesena registrano appunto cali, indicando una possibile frenata negli investimenti in capitale umano
Se si osserva il dato dal punto di vista del genere, spicca il divario percentuale nel periodo 2008-2023, dove il calo dei manager uomini risulta essere quasi del 40% contro il 3,13% femminile, segno della scarsa presenza di dirigenti donne. Che sembrano invece recuperare nel confronto tra il 2022 e il 2023, dove risultano in aumento del 3,33% contro una flessione del 3,72% dei colleghi uomini. Il gap di genere, in ogni caso, rimane consistente. Oggi nel Ferrarese su un totale di 238 dirigenti d’azienda, 31 sono donne e 207 uomini, con un rapporto percentuale di 13,03 contro 86,97, con una quota rosa al di sotto della media regionale (15,65%) e nazionale (21,90%).
I dati sono emersi nel corso dell’Assemblea di Manageritalia tenuta negli spazi Dama - Tecnopolo Manifattura Emilia Romagna a Bologna. L’assemblea ha affrontato anche il tema della crescita partendo dai dati Istat che vedono l’occupazione totale in Emilia-Romagna al 70,3% (63,2% donne e 77,4% uomini) e Bologna è l’ottava provincia in classifica con il 71,9% (66% donne e 77,9% uomini) entrambe abbondantemente sopra la media nazionale pari al 62,2% (53,3% donne e 71,1% uomini).
Spiccano i dati dei 25-34enni: a Bologna la media totale è del 77,3% (donne al 68% e uomini al 77,3%), mentre a livello regionale la media per i giovani è del 78,8% (donne 71,6% e uomini 85,5%). In questa fascia d’età la media nazionale è del 68,7% con il 60,8% delle donne e il 76,2% degli uomini. Guardando, invece, alle retribuzioni (quella lorda oraria per i dipendenti) se in Italia siamo a 14,78 euro di media, (15,40 uomini e 13,88 donne), in Emilia-Romagna la media totale è ancora più alta (14,98 euro di cui 13,88 euro per le donne e 15,83 euro per gli uomini). «Crescono i numeri dei manager, ma persiste la disparità retributiva tra uomini e donne. Per questo nel 2026 ci impegneremo sulla Parità Retributiva, supportando i manager nell’acquisizione di competenze per rendere le aziende più eque» afferma Cristina Mezzanotte, Presidente di Manageritalia Emilia Romagna .
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