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Il caso

Cognome del figlio riconosciuto a entrambe le madri, il Tar annulla il diniego della Prefettura di Ferrara

Cognome del figlio riconosciuto a entrambe le madri, il Tar annulla il diniego della Prefettura di Ferrara

Il tribunale amministrativo regionale dell’Emilia Romagna ha riconosciuto il diritto del minore ad avere un’identità anagrafica coerente. Le due donne avevano infatti avuto il loro bimbo grazie alla procreazione medicalmente assistita eseguita all’estero, attribuendogli i cognomi di entrambe

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Ferrara Una decisione storica a tutela delle famiglie omogenitoriali. Con la sentenza n. 570/2025, il Tar Emilia-Romagna ha accolto il ricorso presentato da due madri, difese dagli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – insieme agli avvocati Cathy La Torre, Silvia Gorini e Giuseppe Spiezia –, annullando il provvedimento con cui la Prefettura di Ferrara aveva negato l’aggiunta del doppio cognome al figlio della coppia, nato nei Paesi Bassi e regolarmente riconosciuto da entrambe le madri.

Le due donne, unite civilmente, avevano avuto il loro bambino grazie alla procreazione medicalmente assistita eseguita all’estero e, dopo la riforma della legge olandese che consente di attribuire al figlio i cognomi di entrambi i genitori, avevano chiesto di aggiornare anche in Italia l’atto di nascita, in coerenza con la registrazione effettuata nei Paesi Bassi. La Prefettura aveva respinto l’istanza, sostenendo che l’ordinamento italiano non riconoscesse un diritto alla genitorialità delle coppie dello stesso sesso.

Il Tar ha smentito tale posizione, ritenendo che la richiesta non riguardasse lo “status filiationis”, già pienamente riconosciuto, ma il diritto del minore a mantenere una identità anagrafica coerente con quella validamente formata all’estero. La sentenza richiama anche la recente pronuncia n. 68/2025 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità del divieto di riconoscimento della madre intenzionale nelle coppie omogenitoriali, ribadendo che l’interesse del minore deve prevalere su qualsiasi rigidità normativa.

I giudici hanno quindi ordinato alla Prefettura di rettificare l’atto di nascita, riconoscendo il doppio cognome e ha definito infondata la motivazione del rigetto, giudicando carente l’istruttoria e illogico il riferimento alla mancanza di un diritto alla genitorialità omosessuale.

“È una vittoria che restituisce dignità e coerenza giuridica alle famiglie omogenitoriali – dichiarano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – ma, soprattutto, riafferma il diritto dei bambini a vedersi riconosciuta la propria identità familiare senza discriminazioni. La legge deve servire a proteggere, non a dividere”.

“Questa sentenza dimostra che la tutela dei minori non può e non deve dipendere dall’orientamento sessuale dei genitori – dichiarano le avvocate Cathy La Torre e Silvia Gorini – Si tratta di un passo concreto verso l’uguaglianza e il pieno riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, in linea con i principi della Costituzione italiana e dell’Europa dei diritti, che respinge ogni forma di discriminazione ancora tentata nei confronti di queste famiglie”.