Indebitata, ma non per colpa sua: dottoressa “salvata” dal Tribunale di Ferrara
Uno scoperto di 200mila euro ripianato con la liquidazione controllata
Ferrara Il debito di 200mila euro che aveva accumulato non era dipeso da una condotta irresponsabile, ma da eventi avversi legati a oggettive difficoltà professionali – oltre che personali – che l’avevano travolta e messa con le spalle al muro, vivendo con la costante angoscia di subire umilianti pignoramenti. Una situazione che sembrava senza uscita, per una dottoressa in libera professione, ma che invece ha trovato una svolta positiva con l’accoglimento, da parte del Tribunale, della richiesta di essere ammessa al beneficio di esdebitazione. Dopo quattro anni la professionista – assistita dall’avvocato Vittorio Zappaterra – ha ottenuto l’estinzione totale del debito mediante versamenti sostenibili di 450 euro all’anno, calibrati sulla base delle sue effettive disponibilità e redditi, così da garantire il sostentamento suo e della propria famiglia e ritrovare un po’ di pace. Il Tribunale ha riconosciuto l’assenza di “problematiche relative alla meritevolezza”, in altre parole ha constatato che la donna non aveva fatto ricorso a un credito colposo e sproporzionato rispetto alle sue capacità patrimoniali e ha approvato un rendiconto che le ha consentito di pagare i creditori in modo proporzionato ai suoi mezzi, e dichiarato inesigibili i debiti non integralmente soddisfatti dalla procedura di liquidazione (pari a circa un quinto) con un consistente vantaggio economico.
La storia
Dalla fine degli anni Novanta la dottoressa svolgeva l’attività di libero professione in vari poliambulatori privati ma, in seguito, la difficoltà a reperire nuovi pazienti rese sempre più arduo riuscire a sostenere le numerose spese personali (affitto, bollette, spese quotidiane, rate auto e carta di credito) e connesse al suo lavoro (tasse e corsi di aggiornamento). L’attività continuava a stentare, nonostante gli sforzi per incrementarla, al punto di costringere il medico ad accendere un mutuo ipotecario, garantito da un parente, per saldare i debiti maturati con le banche ed Equitalia.
A complicare una situazione già critica, la separazione dal marito, problemi di salute e la necessità di trasferirsi in un’altra città e lavorare in ambulatori privati, non potendo sostenere i costi per l’apertura e il mantenimento di un proprio studio. Il suo stato economico però continuava a essere precario e i debiti aumentavano: con le banche (mutui e fidi non pagati), Agenzia delle Entrate (debiti di imposta, sanzioni tributarie e interessi), Inps (contributi per la gestione separata, oneri, sanzioni per evasione di imposte e interessi). In seguito al subentro dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e a causa degli interessi, lo “scoperto” con Equitalia era diventato inaffrontabile. L’ultima speranza restava appunto tentare la procedura di liquidazione controllata pensata per persone sovraindebitate che non possono far fronte ai propri impegni finanziari. Una strada percorsa con esito positivo. «La sentenza – commenta l’avvocato Zappaterra – ha così consentito di cancellare l’intero ammontare dei debiti, restituendo dignità e una possibilità concreta di ripartire. Grazie alla liquidazione controllata, sono riuscito a ottenere per la cliente un piano sostenibile con la cancellazione da parte del Tribunale della quasi totalità del debito. È questo l’obiettivo che ho perseguito: offrire una via d’uscita concreta e legale a chi pensa di non avere più speranze».
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