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Il caso

Unife blocca le speculazioni su Kirk: «Nessun iter per intitolargli un’aula»

Nicolas Stochino
Unife blocca le speculazioni su Kirk: «Nessun iter per intitolargli un’aula»

Le assemblee di Link, Out!*, Gd, Adi, Flc Cgil e Udu: «Proposta inopportuna»

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Ferrara Dopo l’annuncio social di lunedì, relativo alla proposta approvata in Consiglio degli Studenti di intitolare un’aula studio di Unife a Charlie Kirk, pubblicata dall’associazione studentesca Azione Universitaria di Ferrara, a intervenire sono le altre realtà universitarie per fare chiarezza su quanto accaduto. In primo luogo, a chiarire la procedura è la stessa Università di Ferrara: «Non è stato avviato alcun iter formale. Il Consiglio degli Studenti, non ha competenze decisionali, bensì ha facoltà di discutere e formulare proposte su temi di interesse per la vita universitaria». La decisione finale spetta agli organi centrali dell’università - Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione e Consiglio di Dipartimento, qualora gli spazi siano di competenza dipartimentale - e l’approvazione del CdS «non costituisce in alcun modo una decisione dell’Ateneo. Si tratta di un passaggio interno a un organo con funzioni consultive e propositive, che può rappresentare la voce degli studenti, ma non può impegnare o sostituire gli organi istituzionali dell’Università. L’Università di Ferrara resta, come sempre, impegnata nel garantire la massima trasparenza e correttezza dei propri processi decisionali, nel pieno rispetto dei principi e dei regolamenti che ne disciplinano la vita istituzionale».

Sul piano politico, a intervenire è Link Ferrara-Studenti Indipendenti. Durante la seduta del Consiglio, spiegano, la loro rappresentanza ha scelto di non entrare nel merito delle ideologie dell’esponente della destra americana Turning Point Usa per non alimentare una contrapposizione sterile, ma ha espresso contrarietà basandosi su un principio di merito: «Charlie Kirk non ha in alcun modo contribuito al progresso, al prestigio o al lustro del nostro Paese, della nostra Città o del nostro Ateneo».L’assemblea di Link Ferrara definisce la proposta di Azione universitaria «del tutto inaccettabile e profondamente inopportuna». Kirk viene descritto come «figura politica estremamente controversa», conosciuta per «una retorica improntata alla contrapposizione ideologica e alla diffusione di messaggi divisivi: attacchi continui ai movimenti per i diritti civili, negazione di temi fondamentali e dichiarazioni pubbliche, alimentando ostilità verso minoranze, migranti e comunità Lgbtqai+». L’associazione studentesca sottolinea inoltre l’inopportunità simbolica dell’iniziativa: «Un’aula studio non può e non deve diventare terreno di propaganda o strumento di legittimazione di visioni radicali che alimentano divisione e intolleranza».

Nel mirino anche la priorità data a una proposta «priva di utilità concreta», mentre restano irrisolti i problemi reali della comunità studentesca. Link Ferrara annuncia che continuerà a opporsi «con forza a ogni tentativo di strumentalizzare le istituzioni studentesche per diffondere visioni ambigue e divisive, che nulla hanno a che vedere con il valore universale della conoscenza e libertà di pensiero». Una sintesi condivisa anche da altre realtà studentesche come Out!* e Giovani Democratici Ferrara. Questi ultimi, in una nota di ringraziamento verso l’opposizione da parte di Link Ferrara, aggiungono: «ridurre la democrazia al mero contraddittorio non rende onore al termine stesso. A fondare la nostra democrazia, ci sono anche valori di solidarietà e rispetto che conoscono radici profonde: radici resistenti e partigiane». In chiusura un invito rivolto ai membri di Azione Universitaria a «riscoprirsi davvero "patrioti" e a cercare nella storia del nostro Paese figure meno divisive e più coerenti con i valori che possono accomunarci».

A intervenire in maniera unita sono anche le delegazioni ferraresi di Adi, Flc Cgil e Udu. «La proposta - fa sapere Sofia Gualandi, coordinatrice di Adi Ferrara, estremamente divisiva, è stata formulata a scopo puramente propagandistico. A Unife non servono nuovi nomi di aule, ma aule aperte, accoglienti e accessibili per studenti e studentesse, ricercatrici e ricercatori, lavoratrici e lavoratori. Le organizzazioni studentesche dovrebbero rappresentare i bisogni formativi, sociali, e abitativi concreti della comunità studentesca locale, evitando di alimentare inutili divisioni per mascherare l’inefficacia della propria azione sugli altri piani».