Servizio Rete4 su Portomaggiore, il sindaco ha denunciato chi ha offeso le donne
Anche altri cittadini portuensi hanno sporto denuncia verso l’uomo pakistano definito erroneamente imam in tv. Intanto Bernardi rivendica il lavoro svolto: «Abbiamo sempre affrontato il tema immigrazione in modo concreto, nel servizio solo insinuazioni diffamatorie»
Portomaggiore Il sindaco portuense Dario Bernardi ieri mattina si è recato alla Compagnia dei carabinieri per denunciare «la persona che ha reso dichiarazioni sulla donna, in quel video girato da Rete4, canale di proprietà di Mediaset».
Una denuncia preannunciata e che giustifica in questo modo: «Credo fosse giusto farlo, anche per testimoniare una cosa in modo molto convinto: noi siamo sempre stati dalla parte delle donne libere e per la piena partecipazione alla vita sociale e pubblica, ma non lo siamo da oggi. Chi ci ha chiesto, su questo pubbliche dichiarazioni, forse non è a conoscenza di tutto ciò che abbiamo fatto come iniziative pubbliche, in primis coinvolgendo le scuole e i ragazzi e ragazze giovani di origine straniera. E così sarà anche questo mese fino al 25 novembre. A quelle iniziative ben raramente ha partecipato anche chi oggi le chiede a gran voce: per noi invece è una battaglia culturale e un lavoro costante e continuo che non inizia certo oggi, ma prosegue e proseguirà. Non tollero chi anche solo si azzarda a definirci tolleranti rispetto a teorie di qualunque origine che propagandano una subalternità o peggio sottomissione della donna».
Il sindaco rivendica poi il tema della sicurezza in relazione all’immigrazione: «Lo abbiamo affrontato dal primo minuto con cose concrete e con ogni strumento a disposizione di un Comune, ben conoscendo qual è la realtà di Portomaggiore, mai negandola. Alcuni titoli dei giornali oggi (ieri, ndr) sono un po’ infelici e potrebbero far pensare che qualcuno minimizza. Non ho mai minimizzato la nostra realtà anzi: abbiamo sempre raccolto segnalazioni e messo in piedi, non da solo ma assieme alle forze dell’ordine, in particolare ai carabinieri di Portomaggiore che ringrazio sempre, un sistema di monitoraggio e controllo che, sfido a smentirmi, non ha eguali in nessun comune di mia conoscenza. Ordine, legalità e dignità le nostre parole d’ordine. Monitoraggio delle dichiarazioni di ospitalità, individuazione degli appartamenti sovraffollati, oltre duecento persone controllate, decine di appartamenti ispezionati dalle forze dell’ordine e dalla Polizia locale, in edilizia sopralluoghi obbligatori e cambiamento della modulistica per le idoneità alloggiative richieste dai cittadini stranieri con oltre 150 sopralluoghi fatti. Tutto questo lavoro non da soli ma in sinergia con la Prefettura e il comitato Provinciale Ordine e Sicurezza, presieduto dal prefetto che è venuto due volte a Portomaggiore in un anno e mezzo ben capendo le esigenze del territorio. Credo che anche di questo non si trovino eguali. Aiutiamo i carabinieri e da loro riceviamo aiuto, visto anche l’aumento dei pattugliamenti sul territorio del 43% e la riduzione dei reati comunicata dal Comandante Provinciale. Abbiamo maturato un’esperienza e sviluppato pratiche che potremmo insegnare a molti altri comuni, anche se tanti ci danno lezioni. Questo non mi stanco di ripeterlo perché sta nei dati e nei fatti, non mi si può certo dire di non aver fatto nulla. Ma in tutto questo ripeto e confermo: il Governo e il Parlamento che con chiara maggioranza ha competenza esclusiva costituzionale sull’immigrazione permessi di soggiorno, leggi su residenze e cittadinanze, dov’è?».
Bernardi bacchetta poi il servizio giornalistico di Rete 4: «La stampa è libera ma è anche libera la critica e l’opinione. Sono tuttora convinto che quel servizio non sia giornalismo. Non si può indicare come imam o referente di comunità una persona anziana che non si è definita imam e non lo è. Non si può definire quella persona “a capocchia” un riferimento dell’amministrazione, quando non so nemmeno come si chiami e non è stato mai un riferimento di nessuno. Sono insinuazioni diffamatorie e gravi. Il giornalismo parte dai fatti e dai dati, che in quel servizio non ci sono, così come si ridicolizzano e si travisano completamente servizi come gli sportelli che forniamo da anni con professionalità e impegno degli operatori coinvolti e per migliorare le condizioni di vita di tutti. Se vogliamo far rispettare le regole nostre, i cittadini stranieri devono utilizzare i nostri servizi ed essere educati a farlo nel modo corretto: non c’è alternativa. Ma non lo dico io, lo dicono centinaia di città in tutta Italia ed Europa».
In conclusione, il sindaco mette in guardia i cittadini: «È un dato di fatto che servizi televisivi del genere accendono una miccia e creano un clima di tensione sociale che poi le autorità pubbliche devono gestire con il compito di mantenere la pace sociale e l’ordine, che è la prima preoccupazione. Non crediate sia semplice o scontato, visto i messaggi e le telefonate che sono arrivate. Sono in contatto con prefetto e carabinieri. Esorto tutti a manifestare il proprio pensiero mantenendo sempre un comportamento civile. Le comunità marocchina e pakistana si sono immediatamente dissociate con lettere pubblicate oggi da quelle dichiarazioni orrende in tv e deve continuare anche il loro impegno per assicurarsi che le regole di convivenza vengano sempre rispettate dai loro connazionali, e hanno un compito indispensabile».
Dopo che l’altra sera la protesta “chiamata” sui social non ha sortito effetti, la comunità portuense attraverso i social sta provando a organizzare una nuova manifestazione di protesta, al momento programmata per domani, con ritrovo alle 21 in piazza Umberto I. Intanto, non è solo il sindaco Bernardi ad avere denunciato il cittadino pakistano definito erroneamente imam in tv, alla Compagnia dei carabinieri portuense sono andati altri cittadini che hanno presentato denuncia per diffamazione e falso.
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