Scende la qualità della vita a Ferrara, in un anno persi nove posto
Bene l’ambiente e migliora il lavoro, male salute e reati
Ferrara Sono stati pubblicati i risultati dell’indagine sulla qualità della vita 2024 nei capoluoghi italiani, stilati dal quotidiano ItaliaOggi. Numeri destinati a far discutere come sempre accade per questo genere di classifiche. In questo caso sono stati presi in considerazione nove indicatori e quattordici sottocategorie per i quali, ad ogni capoluogo, è stato assegnato un punteggio da zero a mille.
Per trovare la provincia di Ferrara bisogna scorrere fino al 36º posto, il che significa un calo di nove posizioni rispetto alla classifica del 2023. Tra tutti i capoluoghi di regione solo altri quindici hanno avuto cali identici o superiori. In regione solo Ravenna perde posizioni (-3) mentre tutte le altre ne guadagnano.
In particolare Rimini sale di 21 gradini sopravanzando proprio Ferrara e lo stesso fa Piacenza che raggiunge il 32º posto (+14 rispetto al 2023). Tutti gli altri capoluoghi emiliano-romagnoli sono invece stabili nella top 15 italiana.
Non tutto è negativo però, qualche dato positivo c’è a partire dall’ambiente che vede Ferrara al 18º posto nazionale (-3 rispetto al 2023). Tutto ciò considerando anche un punteggio piuttosto scarso nella sottocategoria legata all’inquinamento (457 su mille), portato dal superamento dei valori soglia per le polveri sottili presenti nell’aria. Un “malessere” che accomuna però tutti i capoluoghi della Pianura Padana. Leggermente più alto della media il valore legato alla densità di verde pubblico misurato in metro quadro per abitante.
Resta invariato l’indicatore legato all’istruzione con un 41º posto, con punteggi nella media per quanto riguarda i diplomi d’istruzione secondaria (598) e lauree ed altri titoli terziari (455).
L’unico indice che guadagna posizioni rispetto al 2023 è quello legato al lavoro: il Ferrarese sale al 37º scalando quattro gradini. In questo caso i numeri sono generalmente positivi, innanzitutto quelli legati ai “Neet”, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano (valore di 895/1000) così come quelli legati all’occupazione giovanile dai 15 ai 24 anni con un punteggio di 910, tra i primi in Italia.
Buoni valori anche per gli infortuni sul lavoro (581), il tasso di disoccupazione ed occupazione che rientrano tutti nelle medie italiane positive. I dati che invece fanno scattare qualche campanello d’allarme sono quelli legati al reddito con un 35º in calo di sei posizioni.
Se da un lato i prezzi degli immobili al metro quadro restano ancora a discreti livelli, l’inflazione “morde” con una variazione percentuale dei prezzi al consumo tra le più alte (valore 173) che erode il potere d’acquisto delle famiglie ferraresi. Posizione buone ma in calo per gli indicatori di sicurezza sociale (26º ma -12) e turismo (34º e -6). L’elevata età media della provincia fa crollare poi il valore della salute ora al 75º posto, contro il 66º del 2023. Il tutto nonostante un valore nella media (299) per quanto riguarda i posti letto per 100mila abitanti i quali mancano cronicamente in tutta Italia.
Il valore alla voce popolazione è tra i peggiori in assoluto con un 97º (sei le posizioni perse) data l’alta mortalità ogni mille residenti ed i pochi figli in media per donna. Infine peggiora ulteriormente il già problematico indicatore legato ai reati denunciati con un 93º (-5 dal 2023) che accomuna molti altri capoluoghi della regione.
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