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Patologie degenerative del sistema nervoso, a Ferrara Mnesys svela i risultati per cure più precoci

Patologie degenerative del sistema nervoso, a Ferrara Mnesys svela i risultati per cure più precoci

Il progetto studia il funzionamento del cervello, sano e malato, ed è suddiviso in 7 spoke. Il quinto è coordinato da Unife

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Ferrara Quali sono le basi delle patologie psichiatriche depressive e psicotiche a più alto impatto clinico e socio economico? Quali i fattori di rischio? Sono i quesiti sottesi allo Spoke 5 Mood And Psychosis del programma Pnrr Mnesys, i cui esiti saranno illustrati oggi nella seconda giornata nazionale in programma, dalle 9 alle 16.30, nell’aula magna del Dipartimento di Economia (via Voltapaletto 11). Un progetto che punta alto, con l’obiettivo di studiare il funzionamento del cervello, sano e malato, e giungere a diagnosi sempre più precoci per le patologie degenerative e particolarmente impattanti legate al sistema nervoso.

Un passo indietro: il programma Mnesys è suddiviso in 7 spoke. Il 5 è coordinato dall’Università degli studi di Ferrara e ha coinvolto atenei di tutta Italia: il responsabile è Luigi Grassi, professore ordinario di Psichiatria e già direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione Unife, che non nasconde l’orgoglio per un’impresa destinata a fare la differenza nell’ambito della salute mentale.

«Un primo contributo – spiega Grassi – è stato creare un grande network nazionale e favorire un ponte tra genetica e neuroscienze di base da un lato e le discipline psichiatriche cliniche dall’altro. Un secondo riguarda la messa a punto di strumenti che possano cogliere chi è maggiormente predisposto a sviluppare quadri psicotici o dell’umore, in particolare se a seguito di uso di sostanze. Speriamo si possa continuare nei prossimi anni».

La psichiatria di precisione e la psichiatria personalizzata cui si tende, come spiega Grassi, implicano l’analisi di tutti i fattori, incluso l’ambiente in cui si cresce e gli eventi di stress, che a livello individuale aumentano il rischio di malattia psichiatrica o ne modulano l’andamento. Grassi rimarca che «si stanno ottenendo importanti risultati sulla comprensione dei meccanismi biologici che sottendono la non risposta ai farmaci antidepressivi e antipsicotici, che riguarda circa il 30% dei pazienti; sull’influenza dei fattori genetici e neurobiologici, oltre a quelli sociali. In adolescenti e giovani adulti la complessità oggi è data dai tragici effetti delle sostanze stupefacenti di cui vi è un uso ingente sempre più precoce, con danni importanti sul cervello».

Alla luce di una popolazione sempre più anziana e colpita da malattie degenerative e di una popolazione giovane con disturbi e patologie psichiatriche, Grassi non ha dubbi che i risultati di Mensys possano fare la differenza: «Gli spokes sperano di poter migliorare in futuro il decorso delle demenze attraverso l’identificazione precoce di biomarcatori, come alcune proteine alterate o di potenziamento delle terapie, che sostituiscono le cellule degenerate. Per certi versi anche nelle persone giovani che sviluppano quadri acuti e ricorrenti psicotici o depressivi severi si assiste ad un danneggiamento e ad una degenerazione cellulare e si tratta di meglio definire le strategie di diagnosi precoce e di prevenzione secondaria delle ricorrenze di malattia». Senza mai prescindere nell’approccio da contesto sociale e culturale. «Oggi sarà un giorno importantissimo – chiosa Grassi –, per Ferrara e non solo. Sarà infatti presentato lo stato di avanzamento della ricerca, si sonderanno le prospettive post Mensys e il futuro del network nazionale Mood and Psychosis». 

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