Copparo, la storia di John Hemingway rivive nella canzone dei Prosit
Un brano dedicato al pilota irlandese e alla piccola Carla che lo salvò. L’autore: «Storia legata alla mia famiglia, ogni parola è per me un’emozione»
Copparo Un aereo in fiamme, un paracadute che si apre nel cielo sopra Copparo, una bambina che corre tra i campi. È il 23 aprile 1945 e in pochi minuti la vita di John Allman Hemingway, pilota irlandese della Royal Air Force, cambia per sempre. La sua storia, dimenticata per decenni, è stata raccontata della band torinese Prosit, che ha deciso di narrare con musica e parole il gesto di coraggio di una bambina che lo salvò e di una famiglia che lo nascose.
Oggi, a distanza di oltre ottant’anni, la vicenda di Hemingway e di Carla Fabbri torna a vivere, anche grazie a “La bambina e l’aviatore”, brano del cugino di Lina Volpi, figlia di Carla, per unire passato e presente, guerra e pace, memoria e speranza. Roberto Fabbri, cantante e compositore della band, racconta che Prosit è nata nel 2021 a Torino, con l’obiettivo di creare una musica che fosse di giovamento, come suggerisce il nome latino della band che si concentra per lo più sulla musica d’autore e i cui lavori si possono trovare su Youtube e Spotify. Il brano sulla storia di John Allman Hemingway è nato dal desiderio di fissare in poche strofe quei gesti e quelle emozioni chiave.
«La scrittura – spiega Fabbri – è stata attenta a rispettare i fatti reali, senza eccessiva rielaborazione romanzata ed è stata accompagnata da un videoclip minimalista ma simbolico. La storia mi toccava da vicino, perché coinvolge la mia famiglia. Ho voluto fissare in poche strofe gesti e parole chiave: il pilota che cade, la bambina che prende la sua mano e lo accompagna verso la salvezza». Il cantante, col supporto della band e di altri professionisti (Jamvortix, Emil Pianoman, Nik Spadea, Francesca Fiaccola, Ivana Bellotto, Rebecca e Luca Pezzin), ha ricreato un momento storico toccante. Il brano, accompagnato da un videoclip essenziale e simbolico, usa immagini come le mani che si stringono, il paracadute e una radio per raccontare senza eccessi, con il giusto equilibrio tra poesia e realtà: «Volevamo che chi ascolta potesse immedesimarsi e sentire il peso emotivo di quel gesto, oggi come allora», aggiunge Fabbri. La vicenda ha commosso anche Lina Volpi, figlia di Carla Fabbri, la bambina che salvò Hemingway. Dopo l’incontro con il pilota a Dublino nel giugno 2024, Lina confida: «Ogni richiamo a questa storia mi dà un’emozione fortissima. È chiara e rappresenta un messaggio bellissimo che vogliamo condividere nelle scuole. Vedere l’emozione negli occhi dei ragazzi conferma che la strada è giusta».
E sono già in programma, per la primavera del prossimo anno, due incontri a San Pietro in Casale e a San Venanzio di Galliera due appuntamenti con le scolaresche che potranno conoscere la storia non solo attraverso il romanzo “Salvate il soldato Jack” ma anche con la musica. La storia di John Allman Hemingway, scomparso quest’anno a 104 anni e della famiglia che lo accolse a Copparo non è solo un episodio di guerra ormai lontano. È un monito attuale, un invito a ricordare che la solidarietà può fare la differenza. «La mano tesa è un simbolo universale», sottolinea Fabbri. Pensiero condiviso anche da Lina: «Teniamo moltissimo a questo metodo di condivisione e di racconto della storia alle nuove generazioni che, ci auguriamo, non debbano mai vivere la tragedia della guerra».
