Ferrara, operaio precipita dall’alto e muore: un anno in abbreviato per il datore della vittima
L’operaio, 36 anni, cadde da quindici metri mentre stava smontando un ponteggio: la tragedia nel 2022 a Borgo Punta
Ferrara Un solo colpevole per la morte sul lavoro di Miz Mohamed Fawzi, l’operaio egiziano di 36 anni che il 10 maggio del 2022 perse la vita precipitando da un’altezza di quindici metri mentre smontava un’impalcatura in una palazzina di via Borgo Punta.
Ieri il gup ha condannato a un anno in abbreviato il datore di lavoro della vittima, Zaidi Ahmed, titolare di una delle due ditte che aveva preso in subappalto un intervento di riqualificazione edilizia per il Superbonus 110%. Per gli altri due imputati, che avevano scelto il rito ordinario, il giudice per l’udienza preliminare ha invece disposto il proscioglimento.
Cadono così le accuse nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Tassi, legale rappresentante della Tassi Group che aveva la titolarità del cantiere, e di Muhammad Tariq, legale rappresentante della seconda azienda subappaltatrice. Per tutti i tre il reato contestati dalla procura era omicidio colposo dovuto al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Dagli accertamenti effettuati sul luogo della tragedia dalla Polizia di Stato con il supporto dello Spisal (il Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro dell’Ausl) era emerso infatti che l’operaio edile non era assicurato a un’imbragatura funzionale, e proprio su questo aspetto si era concentrata l’attenzione degli inquirenti. Fawzi si trovava al quarto piano e mentre stava provvedendo a smontare il ponteggio perse l’equilibrio e cadde a terra dopo un volo di quindici metri, morendo sul colpo. La corda a cui era legato si rivelò insufficiente a salvarlo impedendo la caduta, e da qui la carenza, contestata dalla procura, nelle misure di sicurezza. Il pubblico ministero Isabella Cavallari aveva quindi chiesto il rinvio a giudizio per i legali rappresentanti di tutte le imprese a vario titolo connesse con i lavori: quella che aveva preso in mano il cantiere e alle due aziende a cui era stato poi subappaltato l’intervento.
Le difese di Tassi e Tariq avevano rifiutato riti processuali alternativi, sostenendo la propria non responsabilità rispetto alle condotte della ditta di cui la vittima era dipendente. Il legale rappresentante di quest’ultima aveva invece chiesto di essere giudicato sulla base del rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. La pm aveva chiesto un anno di condanna (al netto dello sconto di pena), la stessa pronunciata ieri dal gup. Sentenza di non luogo a procedere invece per gli altri due imputati.
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